cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

I film in uscita dal 23 ottobre 2009

heath-ledger-in-una-scena-del-film-parnassus-l-uomo-che-voleva-ingannare-il-diavolo

cinepresa di cinemavistodame Nei Cinema dal 23 Ottobre 2009

  • Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo – di Terry Gilliam
  • Lebanon – di Samuel Maoz
  • Julie & Julia – di Nora Ephron
  • La battaglia dei tre regni – di John Woo
  • Brüno – di Larry Charles
  • Io, Don Giovanni – di Carlos Saura
  • Oggi sposi – di Luca Lucini
  • L’incredibile viaggio della Tartaruga – di Nick Stringer

Parnassus - l'uomo che voleva sfodare il diavolo

Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo

titolo originale: The Imaginarium of Doctor Parnassus
nazione: Francia / Canada
anno: 2009
regia: Terry Gilliam
genere: Fantasy / Avventura
durata: 122 min.
distribuzione: Moviemax
cast: H. Ledger (Tony) • J. Depp (Tony) • J. Law (Tony) • C. Farrell (Tony) • C. Plummer (Dr. Parnassus) • T. Waits (Mr. Nick) • L. Cole (Valentina) • V. Troyer (Percy)
sceneggiatura: T. Gilliam • C. McKeown
musiche: J. Danna • M. Danna
fotografia: N. Pecorini
montaggio: M. Audsley

Trama: Il Dottor Parnassus gestisce da secoli un favoloso spettacolo itinerante: il suo dono di guidare l’immaginazione degli spettatori gli permette di far vivere loro esperienze incredibili. A causa di suo patto con il demonio, però, Parnassus si trova in procinto di perdere la figlia Valentina che, al compimento dei sedici anni, diverrà proprietà del Maligno.

Terry Gilliam, ammettiamolo, ci ha, da tempo, abituato a lasciarci perplessi, alla fine di suoi film spesso andiamo a casa con la sensazione di non aver ancora finito la visione, di non aver afferrato appieno il senso del discorso.

Parnassus” forse parla del libero arbitrio, ma lo fa premendo il tasto della difficoltà insita in ogni scelta, in una lotta disperata contro il caso.

Lo fa affascinando lo spettatore, come sempre, portandolo in un mondo che non conosce e che potrebbe abitare ogni notte, nei propri sogni e nei propri incubi: lo spettatore che si trova estraneo in quel mondo si rispecchia in Heath Ledger, che nello stesso mondo non si riconosce, di volta in volta, nei tratti di Johnny Depp, di Jude Law e di Colin Farrell.

Un mondo dal quale Heath Ledger (purtroppo) non tornerà più, ed è con la forza del dolore, dell’amicizia e del rispetto che Gilliam ha radunato tre dei più cari amici dell’attore scomparso per portare a termine il suo film, il Loro film, costretto dal fato a fare ciò che non aveva liberamente scelto, migliorare il suo “Parnassus” con un’invenzione geniale e lancinante, scoprendo la poesia là dove Mr. Nick è venuto a reclamare la sua anima.

4 stars.

Locandina Lebanon

Lebanon

titolo originale: Levanon
nazione: Israele
anno: 2009
regia: Samuel Maoz
genere: Drammatico
durata: 92 min.
distribuzione: Bim Distribuzione
cast: Y. Donat (Shmulik) • I. Tiran (Asi) • O. Cohen • M. Moshonov (Yigal) • Z. Shtrauss (Gamil)
sceneggiatura: S. Maoz
fotografia: G. Bejach
montaggio: A. Leibovitch

Trama: Prima guerra del Libano, giugno 1982. Un carro armato e un plotone di paracadutisti vengono inviati a perlustrare una cittadina ostile bombardata dall’aviazione israeliana. Ma i militari perdono il controllo della missione, che si trasforma in una trappola mortale. Quando scende la notte i soldati feriti restano rinchiusi nel centro della città, senza poter comunicare con il comando centrale e circondati dalle truppe d’assalto siriane che avanzano da ogni lato. Gli eroi del film sono una squadra di carristi – Shmulik, l’artigliere, Assi, il comandante, Herzl, l’addetto al caricamento dei fucili, e Yigal, l’autista – quattro ragazzi di vent’anni che azionano una macchina assassina. Non sono coraggiosi eroi di guerra ansiosi di combattere e di sacrificarsi.

Lebanon” parla dello spinosissimo tema della guerra tra Israele e Libano di inizio anni ’80, ma si rifugia – fatta esclusione per la prima e l’ultima inquadratura – all’interno di un carro armato per analizzare forse ancor di più e meglio,  il senso di impotenza e più in generale di tutte le sensazioni che attraversano chi è costretto a fare una guerra.

Un’ambientazione assolutamente claustrofobica, siete avvistati, che si fonde presto con l’umanità dei quattro protagonisti ebrei, spinti all’estremo con conseguente progressivo aumento della tensione, dell’angoscia e soprattutto dell’isolamento, quando l’unico strumento di conoscenza verso ciò che accade finisce per essere il mirino.

Il messaggio verso l’alto di “Lebanon” ci parla di un pacifismo più originale e penetrante dei suoi predecessori, vincendo la sfida dei primi piani, stravolti da lacrime e petrolio e immersi in un buio che odora di ignoto e ferraglia. Non c’è però politica nel film di Samuel Maoz.

C’è solo il racconto molto scarno di un’esperienza che tende all’assoluto e alla morte. Il nemico è, si, lì fuori, ma c’è una guerra assai più importante da vincere: quella interiore contro se stessi.

Il film lo ricordo ha vinto il Leone d’Oro alla 66a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

4 stars.

Locandina Julie & Julia

Julie & Julia

titolo originale: Julie & Julia
nazione: U.S.A.
anno: 2009
regia: Nora Ephron
genere: Commedia
durata: 123 min.
distribuzione: Sony Pictures
cast: M. Streep (Julia Child) • A. Adams (Julie Powell) • S. Tucci (Paul Child) • C. Messina (Eric Powell) • L. Emond (Simone Beck) • H. Carey (Louisette Bertholle) • M. Rajskub (Sarah) • J. Lynch (Dorothy McWilliams) • C. Wilson (Regina) • B. Avers (Garth) • M. Place (Julie’s Mom)
sceneggiatura: N. Ephron
musiche: A. Desplat
fotografia: S. Goldblatt
montaggio: R. Marks

Trama: “Julie & Julia” mostra un’impiegata del governo che decide di imparare a cucinare utilizzando il leggendario libro di cucina di Julia Child, “Mastering the Art of French Cooking”, utilizzando la sua piccola cucina del Queens. La Powell aggiorna il suo blog per un anno con le sue esperienze giornaliere, guadagnando dei sostenitori.

E’ sempre più così raro riuscire ad assistere ed un film-commedia “classico” che non ci deluda nella seconda parte.

Meravigliatevi, pertanto, nella visione di questo lungometraggio di Nora Ephro.

Perché, mi chiederete, e, giustamente, voi?

amy-adams-in-una-scena-del-film-julie-julia

Ad esempio perché la regista newyorkese non si appoggia totalmente e solamente sul talento di Meryl Streep (come ha invece fatto, ad esempio, di recente, David Frankel ne “Il diavolo veste Prada”), ma ne dosa l’irruenza lasciando ad Amy Adams il suo spazio, in una costruzione parallela che non soffoca la giovane attrice co-proagonista da Oscar di Maryl ne “Il dubbio”.

La scelta di non intrecciare mai la narrazione delle due storie è sicuramente l’aspetto più rilevante del film, che evita con tale escamotage,  la preparazione del gran finale che avrebbe appesantito le due ore abbondanti del film.

Il resto lo fa un’atmosfera familiare, tutta racchiusa tra i fornelli della piccola cucina del Queens ed i grandi spazi di Julia Child, personaggio di poco spessore che acquista stazza grazie alla straordinariamente esagerata recitazione della Streep.

Il film è stato, presentato in anteprima al Festival di Roma che si concluderà domani, ed è fortemente sconsigliato a chi sta a dieta. ;)

3 stars virgola cinque.

Locandina La battaglia dei tre regni

La battaglia dei tre regni

titolo originale: Chi bi
nazione: Cina
anno: 2008
regia: John Woo
genere: Azione / Storico / Guerra
durata: 130 min.
distribuzione: Eagle Pictures
cast: T. Leung (Zhou Yu) • T. Kaneshiro (Zhuge Liang) • F. Zhang (Cao Cao) • C. Chang (Sun Quan) • W. Zhao (Sun Shangxiang)
sceneggiatura     J. Woo • K. Chan • C. Kuo • H. Sheng
musiche: T. Iwashiro
fotografia: Y. Lu • L. Zhang
montaggio: R. Ferretti • A. Lam • H. Yang


Trama
: All’inizio del Tredicesimo secolo, la terra di Wu viene invasa dal signore della guerra Cao Cao e i suoi milioni di soldati. Il governatore di Wu, Sun Quan, chiede aiuto al suo rivale Liu Bei, ma il numero dei soldati delle loro armate è comunque esiguo rispetto alle forze nemiche. Tuttavia lo stratega Zhou Yu capisce che l’armata di Cao Cao non è addestrata alle battaglie in mare. Se ben sfruttata, questa debolezza darà loro una chance di vittoria.

Epico back to home di John Woo che nel farlo tesse le trame di un moderno poema attraverso alcuni episodi di un importante periodo storico cinese. Sullo schermo ci fa rivivere la battaglia delle Scogliere Rosse, (narrata nel film come “La battaglia dei tre regni”), divenuta mitica nella memoria collettiva dell’intero continente asiatico così come gli eroi che ne agirono le gesta.

Con uno specifico filmico tipicamente orientale, con i primi piani tipici di Woo, l’imponente e costosa macchina da guerra sa catturare ed incollare alla poltrona forse più nella forma che nella sostanza del contenuto.

Molto poco apprezzato l’utilizzo del lettering per i titoli, che ricorda gli innumerevoli videogiochi dedicati al periodo storico, sublime appare invece essere l’accuratezza di suoni e delle musiche, nonché la delicatezza e l’irruenza che accompagnano, in qualche misura definendola e completandola, la narrazione degli eventi.

3 stars virgola cinque.

Locandina Brüno

Brüno

titolo originale: Brüno
nazione: U.S.A.
anno: 2009
regia: Larry Charles
genere: Commedia
durata: 83 min.
distribuzione: Medusa Film
cast: S. Baron Cohen (Brüno) • G. Hammarsten (Lutz) • C. Bañagale (Diesel)
sceneggiatura: S. Baron Cohen • A. Hines • D. Mazer • J. Schaffer
musiche: E. Baron Cohen
fotografia: A. Hardwick • W. Held
montaggio: S. Davids • J. Thomas

Trama: Apparso per la prima volta in piccoli sketch realizzati per il canale televisivo The Paramount Comedy Channel nel 1998, Bruno, reporter gay dai modi fashion, arriva sul grande schermo per assicurare un altro incredibile successo.

sacha-baron-cohen-e-il-mitico-reporter-austriaco-bruno-qui-ritratto-in-una-posa-sexy-e-aggressiva

Dopo quelli dell’esilarante giornalista kazako Borat Sagdiyev, Sacha Baron Cohen veste i panni di Brüno, un reporter gay deciso a conquistare il mondo dello spettacolo con la sua visione trandy e sfacciata della vita.

Analoga la prospettiva narrativa del regista Larry Charles che è ancora basata sull’idea di filmare le reazioni delle persone messe a confronto con l’omosessualità, manifesta e irriverente, di Brüno, dovendo fare i conti con le chiamate provenienti dall’FBI, che lo avvertiva di possibili minacce di morte, o con le aggressioni della folla inferocita.

Brüno” è a tutti gli effetti una commedia estrema e ben realizzata, se solo si pensa, ad esempio, alle intenzioni della produzione, meno, e questo va detto, se ci si ferma a riflettere sul come, per far ridere, oramai i registi (non solo quelli italiani e questo è ancora più triste), siano costretti a mettere in scena le trovate più volgari e più trash. Mah …

Ciononostante gli spunti di riflessione non mancano e la seconda parte, più incisiva, ci regala idee demenziali più intelligenti e intriganti del previsto, tutto sommato.

3 stars, ma solo perché Borat mi aveva divertito assai.

Locandina Io, Don Giovanni

Io, Don Giovanni

titolo originale: Io, Don Giovanni
nazione: Austria / Italia / Spagna
anno: 2009
regia: Carlos Saura
genere: Drammatico
durata: 115 min.
distribuzione: Lucky Red Distribuzione
cast: L. Balducci (Lorenzo da Ponte) • L. Guanciale (Mozart) • E. Verginelli (Annetta) • T. Moretti (Casanova) • E. Fantastichini (Salieri)
sceneggiatura     C. Saura • R. Uboldi • A. Vallini
musiche: N. Tescari
fotografia: V. Storaro
montaggio: J. Juaniz

Trama: Venezia. 1763. Lo scrittore Lorenzo Da Ponte conduce una vita dissoluta. Prete in origine, viene esiliato a Vienna per aver diffuso versi contro la Chiesa e il potere dell’Inquisizione. Con il supporto del suo amico e mentore Casanova, Lorenzo viene presentato al maestro Salieri, compositore prediletto dell’Imperatore e conosce così Wolfgang Amadeus Mozart. Intravedendo l’opportunità di frenare l’ascesa di Mozart, Salieri spinge Mozart a prendere questo sconosciuto libertino come suo librettista. La natura stessa di Lorenzo, invece, sarà fonte di ispirazione per una delle sue opere più audaci e potenti: Don Giovanni.

Ah si certo le musiche, ah si certo l’impeccabile fotografia di Vittorio Storaro, ah si certo i (pochi) virtuosismi di Carlos Saura.

La verità è che tutti questi elementi erano, puramente e semplicemente, le premesse di “Io, Don Giovanni”, e che a queste, però, ahimè, si ferma.

Il lungometraggio del genio del cinema spagnolo, non ci dice nulla di nuovo, e non regge (nemmeno volendo essere onesti fino in fondo), il confronto con i capisaldi del cinema mozartiano (“Amadeus”) né di quello su Casanova, evitando furbescamente e saggiamente quello con con Visconti – che ha rappresentato tanto Vienna quanto Venezia come nessuno riuscirà più – ricorrendo ai fondali finti di un palcoscenico teatrale.

Teatrale al limite dell’operistico, è la recitazione di tutti gli attori, peraltro, eccezion fatta per il protagonista Lorenzo Balducci, che tenta di dare al suo Lorenzo Da Ponte un taglio più cinematografico. Bah …

3 stars.

Locandina Oggi sposi

Oggi sposi

titolo originale: Oggi sposi
nazione: Italia
anno: 2009
regia: Luca Lucini
genere: Commedia
durata: 118 min.
distribuzione: Universal Pictures
cast: L. Argentero (Nicola) • M. Placido (Sabino) • I. Ragonese (Chiara) • R. Pozzetto (Renato) • C. Crescentini (Giada) • M. Atias (Alopa) • F. Nigro (Fabio) • G. Pession (Sabrina) • L. Savino (Violetta) • D. Bandiera (Salvatore) • H. Shapi (ambasciatore) • F. Montanari (Attilio)
sceneggiatura: F. Bonifacci • F. Brizzi • M. Martani
fotografia: M. Archinto
montaggio: F. Rossetti

Trama: “Oggi sposi” racconta, in modo del tutto ironico e rocambolsco, l’ansia pre-matrimoniale per quattro giovani coppie alle prese con l’età adulta.

Dal momento che gli ultimi film (e soprattutto “Solo un padre“) mi erano piciucchiati, volutamente sospendo il giudizio per questa pellicola che tenta di essere  la commedia decisamente più brillante della sua produzione.

Non si legge in giro niente di positivo (a parte il twitter di un cinfilo incolto ed insonne), su questo film, ma non è questo necessariamente un motivo per parlarne male.

Avevo annotato di là un certo trend di miglioramento nell’opera di questo regista che siamo certi tornerà presto a piacerci.

Ti diamo tre stars Luca per non rovinarti troppo la media ;)

Locandina L'incredibile viaggio della Tartaruga

L’incredibile viaggio della Tartaruga

titolo originale: Turtle: The Incredible Journey
nazione: Austria
anno: 2009
regia: Nick Stringer
genere: Documentario
durata: 80 min.
distribuzione: Bolero Film
cast: H. Elsner (German narrator) • M. Richardson (Narratore)
sceneggiatura: M. Finn
musiche: H. Lohner
fotografia: R. McGuinness
montaggio: S. Barton • R. Wilkinson

Trama: “Turtle: The Incredible Journey” è la vera storia di una piccola tartaruga marina, che segue la rotta dei suoi antenati in uno dei più straordinari viaggi nel mondo naturale. Nata su una spiaggia della Florida, nuota lungo le correnti del Golfo verso l’Artico e infine nuota intorno al nord Atlantico prima di tornare alla spiaggia dov’è nata. Quando finalmente approda sulle rive della Florida sono passati 25 anni. Ma la sua spiaggia sarà ancora lì?

Si insomma un documentario di Nick Stringer.

Frega qualcosa a qualcuno?

No dico ve la immaginata la seguente telefonata:

Ciao sono Rob, … ti andrebbe di andare a vedere un documentario austriaco del regista Nick Stringer sulle tartarughe marine?

Vi prego di (non) immaginare (anche) la risposta, grazie.

3 stars (per le tartarughe, eh).

E i trailer dove li guardo?

Ma nell’area commenti dell’altro blog cliccando qui, che domande.

A cura di cinemavistodame.com.

   Invia l'articolo in formato PDF   
0 0 voti
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest

1 Comment
Most Voted
Newest Oldest
Inline Feedbacks
View all comments
trackback

[…] post by Liquida and software by Elliott Back « La caduta degli dei Lucca Comics & Games 2009 al via […]

1
0
Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero, ti prego di commentare.x