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Dirty Dancing – Balli Proibiti di Emile Ardolino

USA | 1987

Breve analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo

In programmazione sulle reti SKY

Le cose non le capiamo mai quando accadono – a cura di Roberto Bernabò

Scheda del film

Titolo italiano: Dirty Dancing – Balli Proibiti
Titolo originale: Dirty dancing
Nazione: Usa
Anno: 1987
Genere: Romantico
Durata: 100′
Regia: Emile Ardolino
Attori protagonisti: Jennifer Grey, Patrick Swayze
Cast: Cynthia Rhodes, Jerry Orbach, Jane Brucker, Kelly Bishop, Max Cantor, Lonny Price
Produzione: Linda Gottlieb, Eleanor Bergstein
Distribuzione: Life International

Interpreti e personaggi

Jennifer Grey: Frances “Baby” Houseman
Patrick Swayze: Johnny Castle
Jerry Orbach: Dr. Jake Houseman
Kelly Bishop: Marjorie Houseman
Cynthia Rhodes: Penny Johnson
Jane Brucker: Lisa Houseman
Jack Weston: Max Kellerman
Max Cantor: Robbie Gould
Wayne Knight: Stan
Neal Jones: Billy
Miranda Garrison: Vivian Pressman

Sinossi: Anni 60. Baby e la sua famiglia passano l’estate in un villaggio turistico. Decide di prendere lezioni di ballo, il suo insegnante, Johnny, sembra un rubacuori ma conoscendolo a fondo scoprirà che si sbaglia e se ne innamorerà.

“Nessuno può mettere Baby in un angolo.”

Patrick Swayze: Johnny Castle

Patrick Swayze: Johnny Castle - Jennifer Grey: Frances "Baby" Houseman

Sto rivedendo per l’ennesima volta il film “Dirty dancing“.

Lo sto guardando sia perché mi è sempre piaciuto molto Patrick Swayze, e sia perché negli anni ’80 avevo 20 anni, e tutto mi sembrava una scoperta.

Non ho mai riflettuto troppo, però, lo devo ammettere, sul perché questo film mi sia sempre piaciuto così tanto.

Proverò a farlo in questa mia breve analisi.

Probabilmente la spiegazione è tutta racchiusa nel ribaltamento, quasi alchemico, del significato dell’aggettivo dirty.

Nulla, o quasi, in questo film è, a guardare bene, realmente ed effettivamente, dirty, nella piena accezione del termine.

O meglio.

Jane Brucker: Lisa Houseman sorella di Babe

Il dirty del film non è mai collocato, nella drammaturgia devi eventi, dove, nello specifico filmico di genere, lo dovremmo trovare, ma sempre, invece, a guardare bene, nell’altro campo.

Fino al finale del film, dove il ribaltamento alchemico si compie in maniera definitiva, ripristinando le corrette attribuzioni etiche agli esistenti del film.

Potremmo arrivare a sostenere, guardando la storia da questo specifico point or view, che Dirty dancing, rappresenti probabilmente una delle pellicole più comuniste che Hollywood abbia mai (non so quanto consapevolmente, o quanto inconsapevolmente), prodotto.

Gli esistenti più puri, infatti, sono tutti, attraverso una lente di giudizio molto pasoliniana, quelli dei proletari lavoratori del villaggio, che vivono, quasi come degli emarginati, nei bungalow in legno appartati, rispetto alle residenze dei clienti ospiti.

Mentre, di contro, le persone più sporche, si riveleranno essere, invece, proprio alcuni dei ricchi e privilegiati villeggianti.

Dirty dancing propone in pratica, anche se ben mascherato, un vero e proprio conflitto di classe, infarcendolo, per dissimularlo, da una storia d’amore, trasversale rispetto ai due schieramenti, seguendo, in questo, uno stilema classico di genere.

Proseguendo l’analisi, e filtrandola sempre più in tale specifica chiave di lettura, si arriva a percepire la prospettiva totalmente allegorica di un’ambientazione solo apparentemente neorealista, basata sul continuo sapiente innesto di significanti e simbolismi, oserei dire totalmente esoterici.

Come la sequenza nella quale il proprietario del villaggio annuncia l’ormai imminente fine di quella epoca, e di quel luogo, entrambi superati da un processo d’irreversibile trasformazione, che presto tutto avrebbe travolto.

Jerry Orbach: Dr. Jake Houseman - il padre di Babe con Babe

Ognuno degli esistenti protagonisti, peraltro, sarà costretto a mettere in discussione le credenze ed i valori dei quali si era nutrito, prima di quella vacanza, che segnerà, per tutti loro, una sorta di viaggio iniziaticoverso un nuovo grado di raggiunta consapevolezza.

Patrick Swayze, l’ho sempre pensato e lo ribadisco anche qui, è davvero straordinariamente bravo nell’interpretazione dell’esistente protagonista vero eroe del film: Johnny Castle, così come la sua compagna Jennifer Grey in quella di Frances “Baby” Houseman.

Non sbagliano assolutamente nulla loro.

Nemmeno un fotogramma.

Nemmeno una sola sequenza.

Patrick Swayze: Johnny Castle - Jennifer Grey: Frances "Baby" Houseman

Discutono, si confrontano, si rivelano e si svelano, progressivamente, con estremo rigore e totale sincerità, nel loro incontro karmico, proiettato a migliorarli entrambi.

È il mondo intorno a loro, a non essere ancora pronto alla loro storia d’amore, ed alla loro pura battaglia per la giustizia, e per il bene, valori per i quali i due si fanno, sempre più consapevolmente, interpreti, nello svolgersi degli eventi nei quali vengono progressivamente scaraventati.

Davvero un film tanto semplice, quanto assolutamente perfetto nell’incastro degli elementi narrativi, solo apparentemente banali.

Aldilà dell’epilogo, la storia, ambientata negli anni ’60, ma narrata negli anni ’80, è, al tempo stesso, politically correct e politically uncorrect, a seconda del punto di vista in cui, quasi inconsciamente, decidiamo di guardarla.

Patrick Swayze

Chiudo riflettendo sul fatto che Patrick Swayze ci ha lasciato davvero troppo presto.

Ognuno dei suoi film, infatti, mi ha sempre lasciato intravedere un attore che dava sempre tutto se stesso, e che ha scelto, nella sua breve carriera, film davvero iconici, rispetto al tempo in cui ha vissuto.

Ivi compreso il suo controverso ruolo nel film Donnie Darko di Richard Kelly.

Che, forse, rappresentò l’akmè di questo suo percorso artistico, che l’industria del Cinema quasi mai aiutò.

Basta ho finito.

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Marisa
Marisa
4 anni fa

Bello, davvero, condivido pienamente! Questo significa andare in profondità e nello stesso tempo aprire a prospettive impensate. Mi sono avvicinata a questo film, in passato, attratta dalla romantica storia di amore a contorno della passionalità espressa dal ballo. Non mi ero resa conto ci fosse altro. Ti ringrazio per avermi fatto intravedere quanto ci sia oltre quello. Patrick Swayze è davvero bravo. Concordo in pieno. Bellissimo e bravissimo anche in Ghost, una delle più belle storie di amore mai raccontate al cinema.

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