cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

Ugo Pirro, Addio

Ugo Pirro, addio

Via Adnkronos – E’ morto Ugo Pirro, uno dei più grandi sceneggiatori cinematografici italiani. Aveva 88 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato in diretta dal regista Carlo Lizzani, con cui Pirro ha avuto una lunga collaborazione, nel corso della trasmissione di Rai Radiouno "Nudo e crudo", condotta da Giulia Fossà.

Pirro (il cui vero cognome era Mattone) è morto questa mattina nella sua abitazione nei pressi di Piazza del Popolo, a Roma. Salernitano, 88 anni, era da tempo malato.

Domani la camera ardente e avrà luogo una commemorazione presso la Casa del Cinema a Villa Borghese.

La vita di Pirro, vincitore di due Oscar per il miglior film straniero con: "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Elio Petri, e "Il Giardino dei Finzi Contini" di Vittorio De Sica, si è intrecciata con quella di registi come Fellini, Rossellini, Visconti.

Aveva al suo attivo una lunga collaborazione con Lizzani, iniziata nel "’51 con Achtung, banditi!" (1951) e continuata con "Il gobbo" (1960), "Il processo di Verona" (1963), "Svegliati e uccidi" (1966), "L’amante di Gramigna" (1969), opere caratterizzate da una particolare attenzione all’impegno civile ed alle tematiche sociali.

Elio Petri

Con Elio Petri stabilisce, a partire dal 1967 con "A ciascuno il suo", un fertile sodalizio destinato a produrre titoli quali il già citato "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" (1970), "La classe operaia va in paradiso" (1971), di tutti e tre i film fu protagonista Gian Maria Volonté, e "La proprietà non è più un furto" (1973).

Eclettico e prolifico, Pirro lavora con Bolognini ("Metello" nel 1970, "Imputazione di omicidio per uno studente" due anni più tardi) e con Gillo Pontecorvo ("Ogro", nel ’79), con Mingozzi ("Sequestro di persona", 1968) e con Pasquale Squitieri ("I guappi" nel 1974, "Il prefetto di ferro" nel ’77), oltre che in due film di produzione jugoslava, "La battaglia della Neretva" (1969) di Veljko Bulajic e "La quinta offensiva" (1973) di Stipe Delic.

Rileggendo tutti questi titoli, ed analizzando, anche superficialmente, l’ampio spettro di generi, di situazioni specifiche, di diversità di eventi ed esistenti delle stesse, non posso non considerare quanto cinema abbia attinto dall’opera di questo grandissimo sceneggiatore, che sapeva modulare la sua creatività in funzione di obiettivi drammaturgici così diversi. Mi sento, così, in dovere di ringraziarlo per la sua opera.

Tra le sue opere narrative, vanno segnalate "Le soldatesse", "Mio figlio non sa leggere", "Osteria dei pittori ed il fortunato Celluloide" (1983), poi elaborato dallo stesso Pirro in favore dell’omonimo film diretto da Lizzani nel 1995.

Una lunga intervista allo sceneggiatore qui. (Fonte Film.it)

Tutti i premi e le nominations dei suoi film qui. (Fonte IMDB)

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