cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

Le pellicole in uscita nelle sale cinematografiche italiane dal 30 marzo 2007

Maradona la mano de Dios – di Marco Risi ed altro

le pellicole in uscita nelle sale cinematografiche italiane dal 30 marzo 2007

Maradona la mano de Dios di – Italia / ArgentinaMarco Risi


10 babbà (è una battuta)

Sito Ufficiale: Un c’è
Cast Marco Leonardi, Abel Ayala, Javier De la Vega, Julieta Díaz, Lucas Escariz, Rafael Ferro, Pietro Taricone

Centechiodi Italia – l’attesissimo film di Ermanno Olmi

4 babbà
Sito Ufficiale: Un c’è
Cast
Raz Degan, Luna Bendandi

Red Road Gran Bretagna – Danimarca (?) di Andrea Arnold


5 babbà
Sito Ufficiale: Un c’è

CastAndrew Armour, Martin Compston; Tony Curran, Kate Dickie, Nathalie Press

Creatore di sogni – USA – di di Sidney Pollack

5 babbà
Sito Ufficiale: www.sonyclassics.com/sketchesoffrankgehry/
Cast:
Michael Eisner, Frank O. Gehry, Bob Geldof, Dennis Hopper, Philip Johnson, Sydney Pollack

Un ponte per Terabithia USA – di Gabor Csupo



3 babbà

Sito Ufficiale: un c’è
Cast:
Josh Hutcherson, Lauren Clinton, Zooey Deschanel, Bailee Madison, Robert Patrick

Liscio – Italia – di Claudio Antonini

3 babbà
Sito Ufficiale
: Un c’è
Cast:
Robert Madison, Giorgio Molteni, Riccardo Tesi, Giorgio Careccia, Alberto Gimignani, Edoardo Baietti

Stay Alive di – USA – di William Brent Bell

2 babbà
Sito Uffucuale:
un c’è

Cast: Jon Foster, Samaire Armstrong, Frankie Muniz, Sophia Bush, Jimmi Simpson, Adam Goldberg, Milo Ventimiglia, Jim Bishop



Aldilà:

  • dell’unità di misura espressa in babbà come chiara allusione allo sbilanciamento partenopeo del post,
  • dell’introduzione del paese di produzione dei film che serve (anche) a fare comprendere meglio la sperequata situazione in cui versa la distribuzione dell’opera cinematografica nel nostro paese,
  • della evidenza data al cast delle produzioni pubblicate che, in casi come quello della pellicola Creatore di sogni – USA – di Sidney Pollack, dedicata al genio dell’architetto Frank Gehry, serve come elemento predittivo dell’opera in se, esiste un dato.

Domani, o meglio oggi, mi opero all’occhio sinistro di cataratta precoce e sostituzione del cristallino (dite tutti una preghierina grazie) tentando di levare definitivamente miopia, cataratta ed occhiali.

Per questo motivo questo post va in onda a tarda notte, in edizione ridotta, anche se con il cuore sono questa settimana al fianco di Marco Risi, un regista italiano che alterna cose notevoli ad esperimenti di genere.

"L’ultimo capodanno", ad esempio, è uno dei più bei quanto incompresi film italiani girati negli ultimi 15 anni, magari rovinato da Monica Bellucci (ma anche no) ed esaltato da uno straordinario Claudio Santamaria per non citare il mai abbastanza compianto Piero Natoli. Per dire.

Lo scrittore Niccolò Ammaniti, capofila riconosciuto della "generazione pulp", co-sceneggia con lo stesso Risi un soggetto tratto dal suo romanzo "L’ultimo capodanno dell’umanità": le dichiarate ambizioni metaforico-apocalittiche sulla decadenza della società contemporanea sfociano però in una sterile parata di false provocazioni, tanto urlate ed esagerate quanto spuntate e prevedibili. Pressoché invisibile in sala, uno dei flop più clamorosi del cinema italiano di fine millennio.

Senza volere, quasi volutamente, citare l’abusato "Muro di gomma" sul caso di Ustica, con una imperdibile Angela Finocchiaro.

Diciamo Risi anche in questo film che si rifà ontologicamente al filone dell’eccellenza neorealista italiana: Il genere documentarista.

"La mano de Dios e la testa di Maradona" (fu questa la battuta – quasi blasfema, che il campione argentino rilasciò sibillinamente alla stampa che gli chiedeva se il gol fatto all’Inghilterra fosse stato realizzato con la mano).

Molte sarebbero le ragioni che spingono un napoletano come me a parteggiare aprioristicamente per questa pellicola.

Se è vero, come è vero, che ha ricoperto per anni la carica di vice presidente dell’Associazione Culturale "Gli Orfani romani di Diego".

Se è vero che vide piangere suo padre nel giorno del primo scudetto napoletano nel 1987 quando gli confessò, tra le lacrime, che pensava di dover morire senza vedere quel giorno, (cosa non tanto peregrina pensando che lo lasciò nel 1997, e che a parte il secondo scudetto che in pratica quella stessa squadra conquistò, bisogna pure ammettere che non si era poi sbagliato di molto).

Nell’ Affaire Maradona, secondo me, volendo fare della filosofia spicciola da ballatoio come amo definirla, si può tentare di partire dal particolare per ricercare di risalire, induttivamente, al generale.

Perchè Maradona non è solo un fatto sportivo, è assai di più:

è costume,  è droga, è genio e sregolatezza, ma anche strumentalizzazione, tradimento, persecuzione, e, ancora, dramma umano e psicologico, caduta, resurrezione e ancora caduta, è politica, ed è, arrivo a dire al finale, Cultura post-moderna, che ci piaccia o no.

E ho detto tutto.

§§§

Certo dovrei parlare di Centochiodi di Sergio Olmi, se non altro per rispetto ad un maestro del Cinema Italiano quello con la C e la I maiuscole però. Ok l’ho fatto.

§§§
 

Una menzione speciale merita anche Red Road Gran Bretagna – Danimarca (?) di Andrea Arnold un progetto che segna il passaggio al lungometraggio di questa regista nata nel 1961 a Dartford, Kent, England, UK autrice del cortometraggio Wasp che gli valse l’Oscar nel 2003, link su IMDB qui.

L’opera di quest’autrice inglese s’intreccia con Zentropa, la casa produttrice che fa capo al notissimo regista danese Lars von Trier.

Ed è notoria ai lettori di codesto blog, a differenza di lui, la mia spiccata ammirazione per tale artista.

Si potranno dire tante cose, ma non che Zentropa non sia attenta, ad esempio, al talento dei registi che decide di produrre. E questa storia del rimorso amoroso sepolto nella memoria e risvegliato per caso, lo devo ammettere, m’intriga assai.

Ho letto che il mefistofelico Lars ha partecipato anche alla stesura della sceneggiatura e che il film si si accinge ad essere l’opera prima di una trilogia.

Lars von Trier – infatti – ci ha abituato alle sue dichiarazioni d’intenti, ai suoi "dogmi", ai suoi "voti di castità", agli "impedimenti" (Le cinque variazioni), dal mometo che la sua anima travagliata ed in pena arranca perennemente alla ricerca di un cinema contro, in grado di scardinare le pratiche delle produzioni dominanti (Ehm … il cartello di registi della Nouvelle Vauge fece altrettanto negli anni ’50 e se ne parla ancora oggi).

Darsi degli obiettivi formali e di comunicazione è uno degli elementi che caratterizza da sempre Lars, ed è senz’altro così ed anche per Red Road, opera prima, come dicevo, di una trilogia intitolata Advance Party.

Il progetto, prodotto oltre che da Zentropa anche dalla Sigma Film dello scozzese Gillian Berrei e dalla produttrice danese Sisse Graum Jorgensen, stabilisce pertanto delle regole formali (un po’ come Lars fece appunto per Dogma ’95sito ufficiale di dogma ’95:

  • riprese in digitale,
  • tre città scozzesi,
  • una compagnia stabile di attori che conservano lo stesso ruolo,
  • un gruppo di personaggi per tre registi esordienti.
Insomma non è che mi sembri d’intravedere il genio, ma va ammesso che quello che muove questa ideazione è da verificare nel suo sviluppo pratico con un certo interesse.

Ooops, quasi me ne dimenticavo, il film è stato premiato con la palma d’oro dalla giuria al Festival di Cannes 2006.

§§§

Chiudo gli aggiornamenti del post con Liscio – Italia – di Claudio Antonini e decido di farlo perché trattasi pur sempre di cinema italiano.

Film d’esordio per Claudio Antonini – ex calciatore professionista – che si mise in evidenza nel 1992 come autore del soggetto del discusso film Viol@ diretto da Donatella Maiorca, (un film di cui ricordo una discreta ed onesta interpretazione di Stefania Rocca e la voce fuori campo del bravissimo ma un po’ promessa mancata Ennio Fantastichini), il regista è stato applaudito alla "Festa del Cinema di Roma" dove "Liscio" ha vinto nella sezione "Alice nella città".

Il film narra la storia dal punto di vista di un bambino senza però cadere in facili sentimentalismi. Un rapporto madre-figlio molto complesso nel sottofondo delle balere del "Liscio". La morale è che i figli farebbero meglio a non intromettersi negli affari sentimentali dei genitori.

Nel cast, oltre la ogni presente e sempre bellissima e bravissima Laura Morante, cantante nell’occasione, Antonio Catania (un attore dal quale ci si potrebbe aspettare di più), e l’esordiente Umberto Morelli.

Curiosità

Ospiti del film: Bandaitaliana allargata s Marco Fadda, Daniele Mencarelii ed Alice Sombrero.

§§§

Infine vi confido un segreto … fidatevi – se vi fidate di me, ovvio (ed io fossi in voi mi fiderei) dei miei babbà, altro non so.

E chi buò capì capisce.

Un curioso appetizer dell’ultimo film Pirelli? Ultimo film Pirelli? Qui.

Buonanotte e buona fortuna.

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Nonostantetutto
16 anni fa

@Philosofia … Grazie Phil ;-) Davvero.

Così speriamo ;-)

Ben tornata su splinder e sul mio blog.

Un saluto.

Rob.

Philosofia
16 anni fa

Coraggio…l’intervento risolverà ogni problema al tuo occhio…

Phil

3
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