cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

Breve intervista ad Antonio Piazza

Le interviste di cinemavistodame #2

Antonio Piazza

 

Proseguono le interviste di cinemavistodame.

Oggi è la volta di Antonio Piazza, uno dei due registi, l’altro è Fabio Grassadonia, del film Salvo“.

Il film Italiano premiato a Cannes con due award:

Grand Prix Semaine de la Critique – Fabio Grassadonia e Antonio Piazza | Prix France 4 Discovery Semaine de la Critique – Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

Lasciamo a lui la parola.

§§§

L’intervista

Cinemavistodame: «Come hai iniziato / deciso di diventare regista cinematografico?”»
Antonio Piazza: «Fabio Grassadonia ed io abbiamo a lungo lavorato come sceneggiatori e consulenti per lo sviluppo dei copioni, cosa che continuiamo a fare per alcuni laboratori europei. Nel 2007 si conclusero con un nulla di fatto tre anni di collaborazione con una nota casa di produzione italiana, nessuno dei copioni che avevamo scritto o curato andava in produzione e non certo per demeriti di natura artistica. In quel momento difficile capimmo che per dare senso ai lunghi anni di studio e di lavoro in questo campo, ritrovare speranza, dovevamo prima di tutto scrivere una storia che fosse davvero “nostra”, e per “nostra” intendevamo una storia che piacesse a noi per primi, senza commissione iniziale di alcun produttore, una storia che avremmo voluto raccontare prima di tutto a noi stessi. Questo dedicarsi a una storia “nostra” ha poi inevitabilmente avuto due conseguenze: che si trattasse di una storia ambientata a Palermo, la città da cui entrambi proveniamo, e che volessimo anche dirigerla.»

Cinemavistodame: «Cosa ti ha spinto a girare un film così particolare come “Salvo”?»
Antonio Piazza: «Un miracolo, in un mondo dove i miracoli non accadono, è ancora possibile? Questa la domanda da cui siamo partiti per dare forma e senso alla storia di Salvo. Partendo da un mondo che ha al suo centro una forma di oppressione. Un mondo dove non ci colpisce la presenza dell’oppressore, del “tiranno”, perché il desiderio di opprimere, seppure inaccettabile, è comprensibile. Più misteriosamente ci colpisce la maggioranza che desidera essere oppressa, che ha bisogno di vivere in un perpetuo stato d’eccezione, dove violenza e sopraffazione sono le uniche leggi, uno stato in cui un vero libero incontro fra due esseri umani è inconcepibile. L’incontro fra i due protagonisti del nostro film provoca una frattura pericolosa, una sospensione di questo stato d’eccezione: la possibilità rischiosissima della libertà. Un momento di grazia inatteso. Questo il miracolo di cui un mondo così fatto avrebbe più bisogno e ha più timore. Ed è il desiderio di raccontare questo miracolo che, per rispondere infine alla tua domanda, fonda la nostra urgenza narrativa.»

Cinemavistodame: «Cos’è secondo te la cosa più importante a cui deve pensare un regista, prima d’iniziare a girare un film?»
Antonio Piazza: «Difficile sceglierne una. Di avere una buona sceneggiatura, direi.»

Cinemavistodame: «E durante le riprese?»
Antonio Piazza: «Non accettare compromessi al ribasso. Non accontentarsi mai. Non è mai buona la prima. Si può sempre fare meglio.»

Cinemavistodame: Come scegli gli attori dei tuoi film?»
Antonio Piazza: «Non abbiamo delle regole particolari e Salvo è il nostro primo lungometraggio. Posso dirti come sono stati scelti i due protagonisti Saleh Bakri (Salvo) e Sara Serraiocco (Rita). Due percorsi molto diversi. Sara è arrivata attraverso un lungo casting, con l’aiuto di Chiara Agnello, la nostra casting director. Cercavamo un volto nuovo, convinti che un’attrice italiana già famosa avrebbe fatto perdere verosimiglianza e autenticità al personaggio di Rita. Abbiamo scoperto Saleh Bakri invece grazie a un film, “Il tempo che ci rimane”, diretto Elia Suleiman e presentato a Cannes nel 2009. Il personaggio interpretato da Saleh in quel film, come il nostro Salvo, parla pochissimo, eppure rivela un’umanità profonda e tormentata. La sua prova d’attore ci piacque talmente, che già mentre lasciavamo il cinema, sognavamo di averlo come Salvo. In seguito scoprimmo che Fabrizio Mosca, il produttore italiano del film con Massimo Cristaldi, già conosceva Saleh, e lo aveva incontrato grazie al padre, il famoso attore palestinese Mohammad Bakri, noto in Italia per “Private”, di Saverio Costanzo. Una coincidenza fortunata. E fin dal nostro primo incontro, in Saleh, abbiamo trovato le qualità che cercavamo: purezza, presenza carismatica, intelligenza febbrile, forza e tenerezza.»

Cinemavistodame: «C’è un maestro che ti ha insegnato molto, o a quale, magari, anche inconsciamente, ti rifai?»
Antonio Piazza: «I riferimenti, per quanto riguarda Salvo, sono stati più volte ricordati. Uno per tutti, “Le Samurai di Melville”, in Italia noto con il discutibile titolo “Frank Costello Faccia d’Angelo”. La prima sequenza di Salvo è un diretto omaggio alla prima sequenza di quel bellissimo film. Ma, dovessi dire un maestro, non direi un regista, ma un insegnante con cui abbiamo studiato cinema tanti anni fa, il critico cinematografico Bruno Fornara, un maestro che ti fa scoprire come il movimento della macchina da presa, abbia, anche, una sua morale.»

Cinemavistodame: «Hai già in mente il tuo prossimo film?»
Antonio Piazza: «Adesso stiamo accompagnando Salvo in giro per il mondo, soprattutto nei paesi dove viene distribuito. Una bellissima avventura. Nel 2014 torneremo a casa, e ci metteremo a scrivere il prossimo film. Un’altra storia siciliana, seppure molto diversa da Salvo.»

Cinemavistodame: «Anche a te un’ultima domanda che, per molti motivi, non posso esimermi dal porti. Cosa pensi della distribuzione del cinema tramite internet?»
Antonio Piazza: «Sono favorevolissimo. E’ il futuro. Anzi, ci sarebbe piaciuto già con Salvo accompagnare l’uscita in sala con una distribuzione su internet, ovviamente protetta e a pagamento. C’è un pubblico enorme per tutto ciò che è fruibile attraverso la rete, bisogna aiutare questo pubblico, avvicinarlo, non dichiarargli guerra.»

§§§

Cinemavistodame: «Grazie Antonio, ed in bocca al lupo per il vostro prossimo film. Salutaci Fabio Grassadonia!»
Antonio Piazza: «Grazie a te Roberto, lo saluterò senz’altro, ed in bocca al lupo per il blog.»

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