cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

Diaz – don’t clean up this blood – di Daniele Vicari

Italia/Francia/Romania | 2012

analisi di eventi esistenti e linguaggio audiovisivo

Diaz – don’t clean up this blood

Titolo originale: Diaz – don’t clean up this blood
Regia: Daniele Vicari
Anno di produzione: 2012
Durata: 120′
Tipologia: lungometraggio
Genere: drammatico/storico
Paese: Italia/Francia/Romania
Produzione: Fandango, Le Pacte, Mandragora Movies
Distributore: Fandango Distribuzione
Sito Web: http://www.diazilfilm.it
Formato di proiezione: 35mm, colore
Ufficio Stampa: Fandango Press Office / Claudia Tomassini & Associates
Titolo originale: Diaz
Altri titoli: Diaz, Non Pulire questo Sangue – Diaz, don’t Clean Up this Blood
Ambientazione: Genova / Romania
Interpreti: Elio Germano (Luca Gualtieri); Claudio Santamaria (Max Flamini); Jennifer Ulrich (Alma Koch); Davide Iacopini (Marco); Ralph Amoussou (Etienne); Fabrizio Rongione (Nick Janssen); Renato Scarpa (Anselmo Vitali); Mattia Sbragia (Armando Carnera); Antonio Gerardi (Achille Faleri); Paolo Calabresi (Francesco Scaroni); Alessandro Roja (Marco Cerone); Francesco; Acquaroli (Vinicio Meconi); Eva Cambiale (Donata Stranieri); Rolando Ravello (Rodolfo Serpieri); Monica Birladeanu (Constantine Giornal); Ignazio Oliva (Cecile); Aylin Prandi (Maria); Emilie De Preissac (Cecile); Camilla Semino (Franci); Michela Bara (Karin); Sarah Marecek (Inga); Lilith Stanghenberg (Bea); Christian Blumel (Ralph); Christoph Letkowski (Rudy); Esther Ortega (Ines); Pietro Ragusa (Aaron); Jerry Mastrodomenico (Sesto Vivaldi)
Soggetto: Daniele Vicari
Sceneggiatura: Daniele Vicari

Sinossi: Luca (Elio Germano) è un giornalista della Gazzetta di Bologna. È il 20 luglio 2001, l’attenzione della stampa è catalizzata dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine durante il vertice G8 di Genova. In redazione arriva la notizia della morte di Carlo Giuliani. Luca decide di partire per Genova, vuole vedere di persona cosa sta succedendo. Alma (Jennifer Ulrich) è un’anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri. Sconvolta dalle violenze cui ha assistito, decide di occuparsi delle persone disperse insieme a Marco (Davide Iacopini), un organizzatore del Genoa Social Forum, e Franci, una giovane avvocato del Genoa Legal forum. Nick (Fabrizio Rongione) è un manager che si interessa di economia solidale, arrivato a Genova per seguire il seminario dell’economista Susan George. Anselmo (Renato Scarpa) è un vecchio militante della CGIL e con i suoi compagni pensionati ha preso parte ai cortei contro il G8. Etienne (Ralph Amoussou) e Cecile sono due anarchici francesi protagonisti delle devastazioni di quei giorni. Bea e Ralf sono di passaggio e hanno deciso di riposarsi alla Diaz prima di partire. Max (Claudio Santamaria), vicequestore aggiunto del primo reparto mobile di Roma, comanda il VII nucleo e non vede l’ora di tornare a casa da sua moglie e sua figlia. Luca, Alma, Nick, Anselmo, Etienne, Marco e centinaia di altre persone incrociano i loro destini la notte del 21 luglio 2001. Poco prima della mezzanotte centinaia di poliziotti irrompono nel complesso scolastico Diaz-Pascoli, sede del Genoa Social Forum adibita per l’occasione a dormitorio. In testa c’è il VII nucleo comandato da Max, seguono gli agenti della Digos e della mobile, mentre i carabinieri cinturano l’isolato. È un massacro in piena regola. Quando Max dà ordine ai suoi di fermarsi, è tardi. 93 persone presenti nella scuola, oltre ad essere in arresto, hanno subìto una violenza inaudita senza aver opposto alcuna resistenza. Luca e Anselmo finiscono in ospedale, Alma dopo essere stata medicata viene condotta alla caserma di Bolzaneto. All’alba Etienne e i suoi amici escono dal bar dove si sono rifugiati durante la notte. Tutto è silenzio, deserto. Si fanno strada verso la Diaz, ma una volta dentro trovano solo sangue e distruzione. Anche Marco non si trovava alla Diaz durante l’incursione. Ha passato la notte con Maria, una ragazza spagnola conosciuta in quei giorni. Quando la mattina, in una Genova devastata e irreale, raggiunge la scuola, la luce del sole mette ancor più in evidenza le proporzioni del massacro. Sconvolto raggiunge il suo ufficio, squilla il telefono: è la madre di Alma. Marco non sa cosa sia successo alla ragazza ma promette che farà di tutto per trovarla. A Bolzaneto, per Alma e decine di altri ragazzi, l’incubo non è ancora finito.

“La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale.”
Daniele Vicari 


I FATTI DI GENOVA
Dal 20 al 22 luglio 2001 a Genova si riuniscono gli otto grandi della terra per affrontare temi come lo scudo spaziale, il protocollo di Kyoto, la crisi in Medio Oriente e nei Balcani.
Da tutto il mondo arrivano circa 300mila persone per fare un contro vertice, con lo slogan: “Un mondo diverso è possibile”. Dopo le prime pacifiche manifestazioni del 19 luglio, i cortei del 20 e del 21 luglio danno luogo a una vera guerriglia urbana. Carlo Giuliani è ucciso da un proiettile sparato da una camionetta dei Carabinieri. Si contano circa 1000 feriti, 280 persone arrestate, circa 50 miliardi di lire di danni. Distrutti 41 negozi, 83 auto, 9 uffici postali, 6 supermercati, 34 banche, 16 pompe di benzina, 4 abitazioni private, 9 cabine telefoniche, 1 carro attrezzi. Alla mezzanotte del sabato 21 luglio, a manifestazioni finite, più di 300 operatori delle forze dell’ordine fanno irruzione nel complesso scolastico Diaz-Pascoli, sede del Media Center del Genoa Social Forum. Vengono arrestate 93 persone: 40 tedeschi, 13 spagnoli, 16 italiani, 5 inglesi, 4 svedesi, 4 svizzeri, 3 polacchi, 3 americani, 2 canadesi, 1 turco, 1 neozelandese, 1 lituano. Si contano 87 feriti: giovani e vecchi, giornalisti e manifestanti. Molti degli arrestati alla Diaz vengono successivamente trasferiti a Bolzaneto, la caserma-carcere dove, senza ricevere spiegazioni né essere informati di cosa siano accusati, per tre giorni subiscono violenze di ogni genere. Nei giorni seguenti i fermati sono condotti in carcere dove ricevono assistenza e scoprono di essere accusati di “associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, resistenza aggravata e porto d’armi”. Il Giudice per le indagini preliminari scarcera tutti gli arrestati e gli stranieri vengono accompagnati alla frontiera ed espulsi dall’Italia. Nessun governo europeo ha mai chiesto spiegazioni. Dalle dichiarazioni rese dai 93 arrestati nasce il processo Diaz. Su più di 300 poliziotti che parteciparono al blitz della Diaz, soltanto 29 sono stati processati e nella Sentenza di Appello in 27 hanno riportato una condanna per lesioni, falso in atto pubblico e calunnia. Le condanne per lesioni e calunnia sono ormai prescritte, restano valide le condanne per falso in atto pubblico che andranno in prescrizione nel 2016. Nel processo relativo ai fatti accaduti nel carcere/caserma di Bolzaneto sono stati imputati 45 tra poliziotti, carabinieri, guardie penitenziarie, medici e infermieri. Per questo processo “la mancanza, nel nostro sistema penale, di uno specifico reato di tortura ha costretto il tribunale a circoscrivere le condotte inumane e degradanti (che avrebbero potuto senza dubbio ricomprendersi nella nozione di tortura adottata nelle convenzioni internazionali)” [sentenza del tribunale di Genova del 14 luglio 2008]. Il giudizio di appello si conclude con 44 condanne per abuso di ufficio, abuso di autorità contro arrestati o detenuti, violenza privata. Il processo per l’uccisione di Carlo Giuliani non ha mai avuto luogo, è stata accolta l’archiviazione per legittima difesa. Secondo il pubblico ministero il proiettile fu sparato in aria dal carabiniere, e deviato nel suo percorso da un sasso.

§§§

1. Introduzione – dedicato a chi documenta non solo la storia, ma la sua ambientazione emozionale

Che ci si trovi difronte ad un film per certi versi senza precedenti così assoluti lo si capisce sin dalle prime battute.

Portato alla visione delle sale a ridosso dell’uscita dell’altro film che indaga sul nostro recente passato: “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana, sulla strage di Bologna, non credo sia un caso.

Ma il film di Daniele Vicari è uno di quelli che ti scoppia dentro.

Che ti rende annichilito, che ti fa provare tutto lo spettro delle emozioni che generano le ingiustizie feroci, che solo la violenza – da qualunque parte venga, riesce a smuovere negli animi delle persone che sono lontane dall’idea che questa forma di manifestazione della natura dell’essere umano (fatta salva, forse, quella legata alla sua sopravvivenza), possa mai approdare a qualcosa di positivo – possa mai suscitare.

E’ un fatto che attiene allo specifico filmico adottato da Daniele Vicari che cerca di ricostruire, e di restituire, con la sua opera cinematografica, aldilà dell’ortodossia, rigorosa, verso gli atti processuali, un’ambientazione claustrofobica, opprimente, che vissero giovani di nazionalità diverse, nel nostro paese, a causa di quello che accadde presso la Scuola Diaz di Genova, e successivamente, nella Caserma di Bolsaneto.

Il linguaggio audiovisivo sfrutta, infatti, non solo la crudezza delle immagini, la loro violenza assoluta, ma anche il sonoro scandito dal rumore delle Tonfe, che picchiavano con incredibile durezza tutti i ragazzi asseragliati in quell’edificio.

Per il momento mi fermo qui.

Credo infatti che non si possa descrivere un’opera cinematografica del genere senza rischiare in qualche modo o di plagiarla, o peggio di essere eccessivamente spoiler.

E’ un film che va visto in sala. Punto.

Per ora corredo il post da immagini.

Polizzioti antagonisti (Claudio Santamaria è il poliziotto buono)

Jennifer Ulrich (Alma Koch)

Elio Germano (Luca Gualtieri)

Senza parole

§§§

Avrei volto chiudere con lo sguardo di Jennifer Ulrich (Alma Koch) quando esce dalla caserma ed incrocia quello della madre.

E’ come se l’Inferno incontrasse il Paradiso. Mi sono commosso fino alle lacrime.

Catarsi.

Seguiranno aggiornamenti del post.

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cinemasema
11 anni fa

Spero di vederlo presto. Un altro triste primato per il nostro paese e triste, molto triste, che giustizia non sia stata fatta, ma soprattutto che non si sia mai parlato a sufficienza di questa vile aggressione squadrista contro persone inermi.

Ismaele
11 anni fa

dimenticavo di dire che la musica di Teardo ci sta benissimo:)

Ismaele
11 anni fa

mi è piaciuto molto
è più un documentario che un film, ma è necessario

PS: togli la Captcha, è troppo difficile

Roberto Bernabò
11 anni fa
Reply to  Ismaele

Ma non sai quanto spam mi risparmia … ;)

Comunque è vero è più un documentario che un film.

Sicuramente non una docufiction come ho letto in giro.

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