cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

Control – di Anton Corbijn (2007)

breve analisi di eventi, esistenti e linguaggio audiovisivo

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titolo originale: Control
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Anton Corbijn
genere: Biografico
durata: 119 min.
distribuzione: Metacinema
cast: S. Riley (Ian Curtis) • S. Morton (Deborah Curtis) • C. Parkinson (Tony Wilson) • A. Lara (Annik Honoré) • J. Anderson (Peter Hook) • N. Harrison (Corrine Lewis) • T. Kebbell (Rob Gretton) • M. McNulty (Nick Jackson) • B. Naylor (Martin Hannett) • J. Pearson (Bernard Sumner) • T. Plester (Earnest Richards) • R. Shelly (Twinny) • H. Treadaway (Stephen Morris)
sceneggiatura: M. Greenhalgh
fotografia: M. Ruhe
montaggio: A. Hulme

Sinossi: La vita di Ian Curtis, cantante della rock band post-punk Joy Division, tra il 1977 e il 1980 cambia radicalmente. La band sta finalmente emergendo nel panorama musicale britannico e gli impegni si fanno più pressanti. Improvvisi e violenti attacchi di epilessia lo assalgono fuori e sul palcoscenico. Il rapporto con la moglie Debbie entra in una crisi profonda a causa dell’amore per la belga Annik Honoré …

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Introduzione

Emozionati e commossi al termine della sua proiezione, archivieremo questo film come l’opera intensamente e delicatamente poetica di uno dei più grandi artisti e videomaker postpunk (Anton Corbijn) il celeberrimo fotografo olandese noto per essere l’autore di alcune delle più belle copertine, delle immagini fotografiche e dei video degli artisti più acclamati degli ultimi 25 anni, dagli U2 a Miles Davis, dai Depeche Mode ai Nirvana, fino ai Coldplay.

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Probabilmente a molti il nome di Ian Curtis (effigiato nella foto sopra) non dice nulla. Eppure il suo è uno di quelli che ha lasciato, quasi suo malgrado, un’impronta praticamente incancellabile nella storia della musica contemporanea.

Sarebbe riduttivo limitarsi a dire che Curtis fu il leader dei Joy Division, anche se già solo quello basterebbe a consacrargli un posto d’onore nell’Olimpo del rock.

Perché quella band, sul finire degli anni ’70, contribuì, come poche altre, a traghettare il punk, che aveva rotto negli anni immediatamente precedenti gli schemi del “vecchio” rock, verso la new wave e quindi verso il “nuovo” rock degli anni ’80, che ha poi ispirato e continua ad ispirare, ancora oggi, quello che viene malamente classificato come “pop-rock“.

Dopo di loro sarebbero arrivati bande del calibro dei Cure, o dei Simple Minds … e, naturalmente, dei New Order, gli altri membri dei Joy Division che, dopo la morte del loro leader, raccolsero ciò che rimaneva della loro musica e ne portarono avanti l’esperienza negli anni ’80.

Eventi ed esistenti

Il film, pertanto, quasi a voler pagare un debito di riconoscenza  verso questo artista, racconta la storia tormentata di Ian Curtis, un ragazzo che nell’Inghilterra della fine degli anni ’70 aspira a qualcosa di molto di più che vivere nella sua cittadina natale. Desideroso di emulare i suoi idoli musicali, come David Bowie e Iggy Pop, entra a far parte di un gruppo e sogna di diventare un musicista a tutti gli effetti ma, nel giro di poco tempo, le paure e le emozioni che nutrono la sua musica sembrano consumarlo lentamente. Sposatosi giovanissimo e con una figlia, trascura i suoi doveri di marito e padre per inseguire un nuovo amore e per soddisfare le aspettative sempre crescenti della sua band. La tensione e la fatica minano la sua salute e con l’epilessia che va ad aggiungersi ai suoi sensi di colpa e alla sua depressione, arriva la disperazione.

Linguaggio audiovisivo

Corbijn con “Control” realizza, al suo esordio cinematografico, una pellicola in bianco nero, una sottolineatura formale non banale considerando i riferimenti dark degli esistenti, e gli stilemi tipici delle riviste rock dell’epoca della narrazione, che restituisce essenzialmente la vita, più i contenuti dell’opera, di uno più dimenticati, forse, non certo dal mio amico A.S., dei geni di una generazione: il cantante dei Joy Division Ian Curtis da Macclesfield, Manchester (interpretato da un Sam Riley in maniera a dir poco eccelsa e scelto per la sua straordinaria somiglianza sia fisica che spirituale con il leader del gruppo dark post-punk), riuscendo nella non facile opera di rievocare, senza eccedere con le descrizioni contenutistiche, e/o didascaliche, l’atmosfera e lo spleen dell’epopea dark.

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E lo fa muovendosi, con delicato tocco, attraverso le peregrinazioni del ragazzo rockstar che, poco più che ventenne, “perde il controllo” di se sopraffatto dall’epilessia, dalla depressione, dall’amore per la moglie e l’amante, in una sorta di lotta impari con demoni oscuri che aleggiano dentro di lui, che raggiunge il tragico acme con con il suo suicidio (un’impiccagione nel bagno della casa con cui aveva vissuto con la moglie) a soli ventitré anni, al culmine di una carriera folgorante.

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Girato nei luoghi reali degli eventi, il film si sviluppa su un piano narrativo molto legato alle vicende narrate dal libro autobiografico della moglie dell’artista, Deborah Curtis: “Touching from a Distance“), di cui ne è la trasposizione dal letterario al filmico, moglie che nel film è interpretata dalla brava ed intensa attrice inglese Samantha Morton e che ha coprodotto la pellicola.

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Uscito in Gran Bretagna nel 2007, “Control” ha collezionato numerosi premi internazionali, dal Young Eyes Prize al Festival di Cannes dello scorso anni ai cinque premi ottenuti al BIFA (British Independent Film Award), di cui due per Migliore Regia (sia generico che esordio a Anton Corbjin), Miglior Film, Migliore Attore non Protagonista (Toby Kebbel), Migliore Interprete (Sam Riley); al Festival di Edimburgo ha conquistato i premi per ‘Best New British Film’ e ‘Best Actor’ (Sam Riley); ai British Academy Film and Arts Awards, il premio per il Miglior Esordio britannico per un regista.

Conclusioni

Ovviamente descrivere una figura complessa e simbolica come quella di Ian Curtis in un post è praticamente impossibile. E inutile, visto che nei mesi scorsi lo ha fatto egregiamente, come ho avuto modi di verificare cercando in rete, Marco Di Marco nel libro “Joy Division. Broken heart romance”, pubblicato da Arcana (pp. 318, € 18,50). Un libro che più che una monografia è ma una serie di testi commentati dei brani più significativi del gruppo come dire … il  modo  probabilmente più efficace per entrare in relazione con il Curtis-pensiero e con uno spaccato della società di uno dei periodi chiave della storia recente.

Ed ovviamente non perdersi una programmazione in sala del film di Anton Corbijn.

Queste le sale italiane in cui è in programmazione “Control”:

MILANO: Eliseo, Via Torino 64; Uci Cinemas Bicocca, Viale Sarca 336;

Warner Village Vimercate, Le Torri Bianche;

ROMA: Alcazar, Via Merry del Val 14; Warner Village Parco dei Medici, Parco De’ Medici 135;

TORINO: Eliseo, Via Monginevro 42;

BOLOGNA: Lumiere, Via Azzo Giardino 65;

PORDENONE: Cinemazero – Piazza Maestri del Lavoro 3;

MESTRE (VE): Warner Village Marcon Valecenter, Via Enrico Mattei

Links

Una risorsa interessante è qui.

Un’altra è qui.

 

 

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Nonostantetutto
15 anni fa

http://cineb

[..] Control Nonostantetutto [..]

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