cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

I film in uscita dal 13 giugno 2008

Nei cinema dal 13 giugno 2008

La notte di Munzi e il giorno di Shyamalan. Gli sconosciuti Berry e Del Toro e Un amore di Dempsey.

Nei cinema dal 13 giugno 2008:

  • Il resto della notte – di Francesco Munzi
  • Corazones de mujer – di K. Kosoof (Davide Sordella e Pablo Benedetti)
  • E venne il giorno – di  M. Night Shyamalan
  • Un amore di testimone – di Paul Weiland
  • Noi due sconosciuti – di Susanne Bier
  • Tutto torna – di Enrico Pitzianti
  • 14 anni vergine – di Christian Charles
  • La notte dei girasoli – di Jorge Sanchez-Cabezudo
  • Feel the noise – di Alejandro Chomski
  • “7/8 (Sette Ottavi)” – di Stefano Landini (a Torino ed in poche città italiane)

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IL RESTO DELLA NOTTE

titolo originale: Il resto della notte
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Francesco Munzi
genere: Drammatico
durata: 100 min.
distribuzione: 01 Distribution
cast: S. Ceccarelli (Silvana Boarin) • V. Cervi (Francesca) • S. Cassetti (Marco Rancalli) • A. Recoing (Giovanni Boarin) • L. Vasiliu (Maria)
sceneggiatura: F. Munzi
musiche: G. Taviani
fotografia: V. Radovic
montaggio: M. Fiocchi

Trama: La moglie di un industriale di provincia, Silvana, sofferente da tempo di disturbi nervosi, si convince che la giovane domestica rumena, Maria, sia responsabile della sparizione di alcuni oggetti preziosi nella propria casa. Senza alcuna prova, contro la volontà del marito Giovanni e soprattutto della giovane figlia Anna, la donna decide di licenziare su due piedi la giovane. Maria, dopo un inutile e disperato vagabondare, decide di tornare in casa del suo ex fidanzato, Ionut: l’uomo è da poco uscito di galera e ora condivide un poverissimo appartamento di ringhiera col fratello minore adolescente Victor …

I coniugi Silvana e Giovanni Boarin sono ricchi borghesi del nord est italiano. Lei soffre di disturbi nervosi e quando in casa sua spariscono alcuni oggetti di valore, contro la volontà del marito e della figlia Anna, licenzia la domestica rumena, Maria, ritenendola colpevole del furto. Alla ragazza, dopo qualche tentativo infruttuoso, non resta altra possibilità che tornare a vivere nella casa del suo ex fidanzato Ionut. Ma la situazione è ancora più difficile del previsto.

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Qui siamo al quarto film di Francesco Munzi: Saimir (2004), Giacomo e luo ma (2000), Nastassia (1996), che ha fatto da “outsider” all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Quinzaine, e che sicuramente ha ricevuto molte attenzioni viste le altre due pellicole italiane presenti alla rassegna … Ciò non di meno quest’opera merita una menzione speciale in quanto è riuscita a convincere comunque i critici del Festival.

Nonostante il bassissimo rank attribuito da IMDB (con soli 7 voti, peraltro) il concetto che intendo esprimere è il seguente:  che il cinema italiano stia rinascendo?

Diciamo 4 stars sulla fiducia.

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CORAZONES DE MUJER

titolo originale :  Corazones de mujer
nazione : Italia
anno: 2007
regia: Kiff Kosoof
genere: Drammatico
durata: 85 min.
distribuzione: Movimento Film
cast:  A. Ahmeri (Shakira) • G. Waldi (Zina) • M. Wajid (Figlio di Shakira)
sceneggiatura: Davide Sordella • Pablo Benedetti
musiche: E. Sabena
fotografia:  P. Benedetti
montaggio: D. Sordella

Trama: C’era una volta il miglior sarto di vestiti arabi della città: si chiamava Shakira e c’era una promessa sposa a cui lui doveva fare il vestito da matrimonio: Zina. Il problema era che Zina aveva già perso la verginità e nel mondo arabo non è permesso. I due partiranno per il Marocco ufficialmente intenzionati a trovare le stoffe più belle per il vestito di Zina, ma il vero scopo del viaggio è ben altro. Zina, infatti, dietro consiglio di Shakira, deve raggiungere Casablanca perché vuole recuperare la verginità perduta. Il viaggio attraverso Spagna e Marocco cambierà per sempre le loro vite …

Shakira, un travestito marocchino che abita a Torino, è un abile sarto cui è stato commissionato l’abito da sposa di Zina, una ragazza italiana di origine marocchina che sta per sposare un facoltoso arabo. I due partono per il Marocco ufficialmente intenzionati a trovare le stoffe più belle per il vestito di Zina, ma il vero scopo del viaggio è ben altro.

Dal plot non sembra male questo film italo-marocchino che segna l’esordio del regista Kiff Kosoof. Diciamo poi che per gli extrcomunitari non tira una bell’aria in questo momento nel nostro paese. Darei sostegno a questo film che mi pare molto degno di nota.

Aiuta ad abbandonare luoghi comuni sui gay. Ed a ricordarci che anche i gay sono stati bambini.

Quattro stars italo marocchine contro gli estremismi e le concezioni borghesi del matrimonio.

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E VENNE IL GIORNO

titolo originale: The Happening
nazione: U.S.A.
anno: 2008
regia: M. Night Shyamalan
genere: Fantascienza
durata: 91 min.
distribuzione: 20th Century Fox
cast:     M. Wahlberg (Elliot Moore) • Z. Deschanel (Alma Moore) • J. Leguizamo (Julian) • A. Sanchez (Jess)
sceneggiatura: M. Shyamalan
musiche: J. Howard
fotografia: T. Fujimoto
montaggio: C. Buff

Trama: Improvvisamente in pochi minuti, diverse morti strane ed inquietanti nelle maggiori città americane sfuggono alla ragione e sconvolgono le menti delle persone con i loro scioccanti effetti distruttivi. È un nuovo attacco terroristico, un esperimento andato a male, una diabolica arma tossica o un virus fuori controllo? Per l’insegnante di scienze che lavora in un liceo di Philadelphia Elliot Moore la preoccupazione principale è trovare un modo per fuggire a questo fenomeno misterioso e mortale. Sebbene lui e la moglie Alma si ritrovino nel mezzo di una crisi coniugale, viaggiano prima in treno e poi in macchina assieme all’amico di Elliot, l’insegnante di matematica Julian e a sua figlia di otto anni Jess, dirigendosi verso le fattorie della Pennsylvania, dove sperano di trovare un rifugio sicuro da questi spaventosi attacchi, che diventano sempre più forti.

Nelle principali città americane gli abitanti diventano testimoni di una serie di strane e inquietanti morti. Dopo l’iniziale sgomento collettivo, il governo si mette alla ricerca di ciò che potrebbe averle causato: c’è chi teme un attacco terroristico, chi un esperimento andato male. Il professore Elliot Moore, insieme alla moglie e ad un gruppo di amici decide di rifugiarsi tra le fattorie della Pennsylvania, convinto di sfuggire agli spaventosi attacchi, che con il passare del tempo si fanno sempre più violenti.

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Qui siamo al nuovo film di M. Night Shyamalan. Non staremo qui a fare congetture sul titolo come sempre inspiegabile e certamente meno attrattivo dell’originale (The Happening), né sul fatto che in Italia esca un giorno prima nonostante, come noto, l’uscita mondiale è stata programmata appositamente per coincidere con un venerdì 13. Parliamo di Shyamalan, ormai divenuto il più significativo bersaglio dei suoi detrattori sia della critica sia anche di molti cine-bloggers. Una cosa è certa: molti nemici molto onore.

A me il regista non fa sempre impazzire, ma il suo è un cinema mai banale, e pare, da quanto mi ha scritto Fringe in un sms, il film sia molto bello.

Diciamo però non più di tre stars, dopo avere preso atto del ranking medio del pubblico americano.

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UN AMORE DI TESTIMONE

titolo originale: Made of honor
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Paul Weiland
genere: Commedia
durata: 100 min.
distribuzione: Sony Pictures
cast: P. Dempsey (Tom) • S. Pollack (Thomas Sr.) • M. Monaghan (Hannah) • K. McKidd (Colin McMurray) • K. Carlson (Christine) • B. Philipps (Melissa) • J. Newman (Arielle)
sceneggiatura: H. Elfont • A. Sztykiel • D. Kaplan
musiche: R. Gregson-Williams
fotografia: T. Pierce-Roberts
montaggio: R. Marks

Trama: Patrick Dempsey è il protagonista di questa commedia romantica, nel ruolo di un single per scelta. Uno scapolo incallito che disdegna qualsiasi relazione stabile. All’improvviso, però, si scopre innamorato della sua migliore amica in procinto di sposarsi. Nominato testimone di nozze farà di tutto per dichiararsi a lei prima che sia troppo tardi.

Tom Bailey è un uomo affascinante e di successo, soprattutto con le donne. Tuttavia, un avvenimento sta per sconvolgere l’esistenza di questo scapolo impenitente: Hannah, la sua migliore amica, tornata da un soggiorno di lavoro in Scozia gli presenta il suo nuovo fidanzato, Colin, e gli comunica che presto si sposerà e si trasferirà in Europa. La notizia per Tom è un vero disastro.

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Il titolo italiano di Made of honor (un gioco di parole che andrebbe perso nella traduzione) è l’ennesimo esempio della castronaggine dei titolisti nostrani le cui oscure trame non finiremo mai di non comprendere. Forse, nella mente bacata dei distributori italiani, l’uscita di oggi è una  sorta di ultima spiaggia per tutte quelle donne, ma forse addirittura anche per tutti quegli uomini, che non credendo più nel calcio, non vogliono stare in casa a vedere la partita.

Dopo tutto loro si sono impegnati. Fiori, belle donne, un atmosfera che sdolcinata è dire poco che allude al matrimonio e forse ad altri film di genere. Un’atmosfera che generalmente mi fa venire l’orticaria.

Direi che ce lo possiamo perdere senza sensi di colpa particolari.

2 strars virgola 5. E siamo buoni eh.

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NOI DUE SCONOSCIUTI
titolo originale: Things We Lost in the Fire
nazione: U.S.A. / Gran Bretagna
anno: 2007
regia: Susanne Bier
genere: Drammatico
durata: 119 min.
distribuzione: Teodora Film
cast: B. Del Toro (Jerry Sunborne) • H. Berry (Audrey Burke) • D. Duchovny (Steven Burke) • A. Lohman (Kelly) • S. Dubrovsky (Spring) • R. Weigert (Brenda) • P. Newsome (Diane) • M. Berry (Dory Burke) • A. Llewellyn (Harper Burke)
sceneggiatura: A. Loeb
fotografia: T. Stern
montaggio: B. Cannon • P. Christensen

Trama: Una coppia felice, due giovani figlie innamorate dei propri genitori, un uomo che cerca di uscire dal tunnel della droga e tutto il resto del mondo che gira intorno e influenza le vite degli altri, generando eventi fatali e irreparabili. Modi differenti di affrontare il dolore per la perdita di una persona amata e modi diversi di voltare pagina per i due protagonisti Audrey e Jerry, che cercheranno di unire le loro forze per ritrovare quella felicità che la morte e la disperazione hanno portato lontano.

Audrey Burke ha perso tragicamente suo marito e, rimasta sola con due bambini, non riesce a superare il dolore. Jerry Sunborne è stato da sempre il migliore amico di suo marito, anche se l’uso di eroina lo ha portato a distruggere tutto ciò che aveva di più caro. Audrey e Jerry uniranno le loro forze per tentare di ritrovare un briciolo di quella felicità a cui entrambi sembravano aver rinunciato …

Noi-due-sconosciuti

A parte le facili ironie sul titolo italiano, segnalo che la celebre regista danese Susanne Bierha ha fatto parte del cartello di registi che nel 1995 si unirono a Lars von Trier in quell’insieme di autori che passò alla storia dei movimenti cinematografici come Dogma 95. Con tanto di decalogo delle rigide imposizioni formali che lo stesso Lars von Trier con Dogville, peraltro, ribaltò completamente. Non che ciò sia necessariamente garanzia del prodotto. Anche se parlando della regista danese segnalo due sue opere degne di nota:  “Dopo il matrimonio” (2006), “Non desiderare la donna d’altri” (2008), non ancora uscito in Italia.

Altra garanzia dovrebbe essere la presenza del premio Oscar Benicio del Toro reduce da un’esperienza di diversi mesi negli USA.

Fate vobis, io concedo 3 stras virgola cinque, non di più, eh.

TUTTO TORNA

titolo originale: Tutto torna
nazione: Italia
anno: 2008
regia: Enrico Pitzianti
genere: Commedia
durata: 86 min.
distribuzione: Zaroff Film
cast: A. Careddu (Massimo) • P. Marcialis (Zio Giuseppe) • Y. Broch Montano (Lorena) • M. Medda (Sig. Deiana)
sceneggiatura: E. Pitzianti • A. Iaccarino
musiche: G. Murgia
fotografia: M. Falomi
montaggio: I. Fraioli

Trama: Massimo ha vent’anni e da poco tempo ha lasciato il suo paese nel nord della Sardegna per trasferirsi a Cagliari. Vorrebbe diventare uno scrittore e sta cercando un editore per il suo primo romanzo, ma nel frattempo lavora nel locale di suo zio Giuseppe, con cui divide anche l’appartamento. L’amore per una danzatrice cubana, l’incontro con un gruppo di artisti e le difficoltà economiche di suo zio, porteranno Massimo ad affrontare il difficile percorso verso l’età adulta, che spesso costringe a rivedere i propri sogni e le priorità nella vita …

Enrico Pitzianti è un regista italiano nato a Cagliari nel 1961 : Tutto torna (200 8) Il Guardiano (1998).

Il cinema sardo si affaccia ancora nelle sale italiane dopo il bellissimo “jimmy della collina” di Enrico Pau.

Attori rigorosamente sardi se si eccettua la protagonista Yonaiki Broch Montano.

Sono pellicole che mediano tra dimensioni molto local verso prospettive universali.

Sul sito ufficilale non è chiara la data di uscita, forse uscirà il 13 giugno.

Io intanto lo segnalo con tre stars.

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14 ANNI VERGINE

titolo originale: Full of It
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Christian Charles
genere: Commedia
durata: 93 min.
distribuzione: Videa CDE
cast: R. Pinkston (Sam Leonard) • K. Mara (Annie Dray) • T. Polo (Sig.ra Moran) • C. Kilborn (Mike Hanbo)
sceneggiatura: J. Lucas • S. Moore
musiche: J. Swihart
fotografia: K. Morgenthau
montaggio: S. Shipton

Trama: Cosa fai se al tuo primo giorno di liceo tutti ti deridono, e prendono in giro il tuo nome? Sopraffatto dalla disperazione, vai dallo psicologo della scuola – che però come te si trova sull’orlo del baratro – e gli dici che non sai più come fare. “Il solo consiglio che ho per te – afferma il dottore – è mentire. Perché i vincitori mentono sempre, ed i bugiardi vincono sempre! Segui il consiglio, e inizia a lavorarci su: il cane ha mangiato i miei compiti, mia madre è un artista di avant-garde famosa in tutto il mondo, mio padre è una rock star, la sua automobile è una Porsche …

L’adolescente Sam Leonard, sta affrontando il suo primo, disastroso, giorno di liceo. Decide quindi di andare a chiedere aiuto allo psicologo della scuola e dietro consiglio del medico, inizia a dire una serie di enormi bugie su di sé e la sua famiglia. Improvvisamente, ciò che Sam racconta si trasforma in realtà con imprevedibili conseguenze.

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Questo film, ci tengo a dirlo, non c’entra nulla con 40 anni vergine. Niente Steve Carell o Judd Apatow: qui siamo solo al quarto film di Christian Charles, di cui uno è per la televisione, che non mi sembra essere passato alla storia per nessuna delle precedenti pellicole: Comedian (2002); The Concert for New York City (2001) (TV) (segment “The Greatest City on Earth”); Close to the Wind (1999) .

Direi 2 stars virgola cinque. E sono buono.

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LA NOTTE DEI GIRASOLI

titolo originale: La noche de los girasoles
nazione: Spagna / Francia / Portogallo
anno: 2007
regia: Jorge Sánchez-Cabezudo
genere: Noir / Giallo
durata: 123 min.
distribuzione: Istituto Luce
cast: C. Gómez (Esteban) • M. Alameda (Pedro) • J. Diakhate (Gabi) • C. Bugallo (Amadeo) • V. Romero (Tomás) • M. Moron (Venditore)
sceneggiatura     J. Sánchez-Cabezudo
musiche: K. Levy
fotografia:  Iguácel
montaggio: P. Ribeiro

Trama: Pedro e Esteban sono due speleologi che giungono in un piccolo paesino di montagna per determinare la rilevanza scientifica di una grotta appena scoperta. Assieme a loro c’è Gabi, la ragazza di Esteban, che li aspetta al di fuori della caverna. Ma quando i due speleologi risalgono in superficie trovano la ragazza terrorizzata …

Due speleologi, Pedro ed Esteban, hanno deciso di andare ad esplorare una caverna all’interno di una montagna per verificarne l’interesse scientifico. Insieme a loro parte anche Gabi, la fidanzata di Esteban, che li aspetta ai piedi della montagna. Al ritorno dalla spedizione i due speleologi trovano sconvolta la ragazza che racconta di essere scampata ad un tentativo di violenza da parte di uno sconosciuto, probabile venditore di aspirapolvere.

Qui siamo al quinto film risalente a due anni fa del delicato e bravo regista attore e sceneggiatore Jorge Sánchez-Cabezudo. Sarà che sono stato in Spagna questa settimana, dove il regista è molto apprezzato, ma questo film spagnolo che ha, peraltro, un plot anche di una certa qual serissima intenzione artistica, ve lo consigliamo con molta consapevolezza.

Cercate di vederlo se è in programmazione nelle vostre città.

Noi gli affidiamo tre stars virgola cinque che potrebbero arrivare a quattro.

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FEEL THE NOISE
titolo originale: Feel the Noise
nazione: U.S.A.
anno: 2007
regia: Alejandro Chomski
genere: Drammatico
durata: 86 min.
distribuzione: Mediafilm
cast: O. Grandberry (Rob) • M. Diaz (Mimi) • V. Rasuk (Javi) • Z. Henao (CC) • J. McCaffrey (Jeffrey Skyler)
sceneggiatura: A. Leon
musiche: A. Levin
fotografia: Z. Popovic
montaggio: S. Elmiger • B. Pankow

Trama: Dopo un litigio con una gang, Rob, un aspirante rapper di Harlem, si rifugia in un luogo lontano, dal padre che non aveva mai conosciuto prima; qui trova salvezza nel Reggaeton, una mescolanza di hip-hop, reggae e battiti latini. Puerto Rico, la casa spirituale del Reggaeton, dà a Rob e al suo fratellastro Javi l’ispirazione per seguire il loro sogno di diventare star del Reggaeton.

Rob vive nel Bronx, a New York, ed è una giovane promessa della musica hip-hop. Tuttavia, messosi nei guai con un banda criminale, il ragazzo viene mandato dalla madre a vivere a Porto Rico, con il padre che lui non ha mai conosciuto.

Feel the noise, come si evince dalla locandina, è l’ennesima opera cinematografica con i ggiovani di etnie diverse che ballano in posizioni osè.

Produce da Jennifer Lopez, figurarsi.

Un film che farà sicuramente esaltare tutti i teen agers italiani che si strappano le vesti per Silvio Muccino. e per i film di Moccia. Mio Dio ho detto Moccia, chiedo scusa mi è scappato, mi sembrava coerente con il tema del post, e magari manco è vero. Dirty Dancing? Nemmeno mi sa.

Due stars.

manifesto

“7/8 (Sette Ottavi)”

con

FABRIZIO NICASTRO
ALESSANDRO VANTINI
ERNESTO MAHIEUX
FLAVIO MONTRUCCHIO
e la partecipazione di
ROBERTO CITRAN

Italia: 2008

Prodotto e diretto da Stefano Landini

Autore della Fotografia PIERFRANCESCO CADEDDU

(cinemascope 2:2,35 Bianco e Nero; primo film Italiano interamente girato con camera digitale 2K THOMPSON VIPER 4:4:4 uncompressed – [‘Collateral’,Michael Mann;’Zodiac’,David Fincher])
Digital 2K Cinema Consultant DAVID BUSH

Autore della Musica PAOLO FRESU
(colonna sonora originale su CD EMI MUSIC ITALY )

Soggetto e Sceneggiatura STEFANO LANDINI

collaborazione alla Sceneggiatura DEVOR DE PASCALIS
GIULIA GRAGLIA

altri interpreti :

ANTOINE REBB
LINA BERNARDI
GUIDO RUFFA
PAOLO BELLETRUTTI
ANTONIO SARASSO
CHARLIE DOGLIANI
ROBERTO PITTA
RICCARDO FORTE
ADRIANO SALERI

Scenografia VALENTINA SCALIA
Costumi CRISTINA AUDISIO
Organizzatore Generale JOSEPH GEMINALE
Suono in Presa Diretta PIERO FANCELLU
Aiuto Regia e Casting GIULIA GRAGLIA
Montaggio STEFANO LANDINI
Acconciature RAFFAELLA ALPIGNANO
Trucco ANDREA LOVARINI
Sarta AUSILIA GIUSTETTI
Assistente Costumista FRANCESCA CIBISCHINO
Assistente Operatore MIRIAM BRUERA
Aiuto Operatore MATHIEU GASQUETT
VIPER Technical Consultant ROBERTO LATERZA
Segretaria di Edizione CINZIA CHIARA
Assistenti di Produzione
SARA MANA
ANNA FRANDINO
LUCA MANGIALARDI
Segretaria di Produzione BENEDETTA GROPPO
Ispettore di Produzione ENRICO DE LOTTO
Assistenti alla Regia FLAVIA ESPOSTO
ANDREA MARCHESE
Microfonista ANDREA VIALI
Assistenti Scenografi
ERMISENDA SOY BEJAR
FABRIZIO SERRALUNGA
Operatore Steadicam VAKY MALLABY
Capo Squadra Macchinisti MARINO MARGIOTTA
Capi Squadra Elettricisti
GINO STOCCHIERO
DANIELE NOTARRIGO
Armiere MARCO VAGNILUCA
Brani originali eseguiti dal
QUINTETTO PAOLO FRESU
Tromba e flicorno
PAOLO FRESU
Sassofono
TINO TRACANNA
Batteria
ETTORE FIORAVANTI
Pianoforte
ROBERTO CIPELLI
Contrabbasso
ATTILIO ZANCHI
Chitarra solista nei brani ‘Free-Up’ e ‘Sette Ottavi’ MAX CARLETTI
disco registrato presso gli Studi ARTESUONO – Cavallicco (UD)
sound engineer STEFANO AMERIO
Mixage Film ROMANO PAMPALONI
Laboratori AUGUSTUS COLOR SaS – Roma
Backstage MICHELE ROSSI
Materiale Macchinisti/Elettricisti LUXOR srl
Fotografo di scena MAURO MININEL
Materiali scenografici POSTIGLIONE
CINEARS di De Angelis
RANCATI
Noleggio costumi epoca DE VALLE (Torino)
SARTORIA NORI (Roma)

Trama: Torino, 1940.
MASSIMO–vent’anni-ha la passione della musica jazz ed è un discreto pianista. Segue di nascosto i gruppi musicali che eseguono sotto falso nome i brani americani proibiti dal Regime. Dopo una feroce lite con suo padre conosce Alberto Molaien-pianista della band di Gio’ Cervi,star del jazz italiano-e inizia a studiare musica insieme a lui. Ma una notte il ragazzo viene prelevato dalle camicie nere e si ritrova con Molaien, Cervi e altri sventurati in un carcere gestito dai fascisti.

La Musica del più grande jazzista italiano (PAOLO FRESU), un David di Donatello (ERNESTO MAHIEUX) e una Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia (ROBERTO CITRAN) nel cast insieme ad una giovane promessa della TV (FLAVIO MONTRUCCHIO), nel primo film sul Jazz italiano negli Anni Quaranta.

Opinioni o appartenenze ad etnie, gruppi religiosi o ideologie sono materia di scontro spesso amplificato dai Media. Le forme d’espressione– musica, letteratura e così via – possono costituire una minaccia in epoche di Totalitarismo: chi rappresenta il pericolo è soprattutto chi invita a pensare. I totalitarismi proibivano spesso l’ascolto della Musica, definita ‘oppio dei popoli’.

Nel nostro Paese queste limitazioni si sono verificate soprattutto durante il Fascismo. Non si è arrivati ai roghi di libri berlinesi ma molti intellettuali e artisti erano poco graditi al Regime: in questo quadro anche la musica subì qualche censura; il jazz,‘veicoloImage d’esotismo’ e minaccia per l’italica melodia, non era tollerato: quando l’alleanza con la Germania si fece più stretta ciò che proveniva dagli Stati Uniti era deriso dalla cultura di regime; alcune disposizioni restrittive ne limitavano le possibilità d’esecuzione in pubblico.

paolo+fres+bn

In questo film la situazione viene esasperata per aumentarne l’effetto drammatico e favorire la riflessione, duplice in quanto intrecciata sullo sfondo con la parallela e ben più tragica intolleranza verso la popolazione ebraica, dettata dalle contemporanee leggi razziali.

I musicisti protagonisti della vicenda sono oggetto di una discriminazione: rappresentano un triste capro espiatorio di ciò a cui l’intolleranza di OGNI tipo può condurre. Un’ irrazionale sete di vendetta si riversa su di loro senza una spiegazione: vengono condotti a morire per un clamoroso errore giudiziario ma allo stesso tempo per un atteggiamento repressivoImage che dovrebbe invitare a riflettere ognuno di noi, poichè la visione di questo film al di là di ideologie ed epoche rappresentate potrebbe suscitare un dibattito sulla vitale e indiscriminata importanza della Libertà di esprimere le proprie idee,senza MAI mancare di rispetto a quelle degli altri, qualunque esse siano, attraverso la superiorità,la discriminazione,la derisione o ogni possibile forma di chiusura mentale: idee che gli altri ci vogliono e devono poter esprimere, attraverso ogni  forma di comunicazione e/o artistica….passata presente e futura.

Esiste anche un blog molto ben fatto: è qui.

A cura di cinemavistodame.

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