cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

I film in uscita dal 7 marzo 2008

Inizio questo post con delle scuse per il ritardo dell’uscita di questo numero di cinemvistodame2.

Ho molto da lavorare in questo periodo, e non sto nemmeno troppo bene. Passerà come diceva mia madre.

In questo post:

  • Vogliamo anche le rose – di Alina Marazzi
  • Grande, grosso e… Verdone – di Carlo Verdone
  • Sonetàula – di Salvatore Mereu
  • Biutiful cauntri – di Esmeralda Calabria
  • Family game – di Alfredo Arciero
  • Lezioni di felicità – di Eric-Emmanuel Schmitt
  • Cenerentola e gli 007 nani – di Paul J. Bolger

Vogliamo anche le rose

Titolo originale: Vogliamo anche le rose
Nazione: Italia / Svizzera
Genere: Documentario
Durata: 85 min. (colore)
regia: Alina Marazzi
Sito web (orizzontale): http://www.vogliamoanchelerose.it/
Sceneggiatura: Alina Marazzi

Trama: Un documentario che racconta il profondo cambiamento portato dalla liberazione sessuale e dal movimento femminista in Italia a cavallo tra gli anni sessanta e settanta.

Tre donne, tre diverse storie, tre città italiane. Tra immagini di repertorio e “memorie amatoriali”, Alina Marazzi filma l’emancipazione delle donne nel nostro Paese, avvenuta tra gli anni ’60 e ’70, dalla rivoluzione sessuale al movimento femminista. Diari privati, rivendicazioni politiche, lotte personali e collettive. A colpi di rosa.

Non è un caso che questo film esca un giorno prima la festa delle donne no?

Alina Marazzi

Alina Marazzi è la nipote dell’editore Hoepli di Milano.

E’ bella, è brava ed è impegnata.

Con il suo “Un’ora sola ti vorrei” ha conquistato il mio cuore di cinefilo per sempre. Qui il mio post su quel film. Un incantevole, drammatico e struggente medio metraggio.

Alina, da regista, gira esclusivamente documentari, ed è stata aiuto di Giuspeppe Piccioni, glielo perdoniamo? Io direi di si.

E’ delicatamente sentimentale. Sa cogliere frammenti di passato e rileggerli con intelligenza, anche in chiave psicoanalitica arrivo a dire. Si avvale poi di una montatrice bravissima come Ilaria Fraioli che l’aiuta a dare ulteriore anima, spesso sonora, a girati amatoriali in un’operazione mai facile, spesso molto complessa, con risultati quasi alchemici sull’output oserei.

Con il suo secondo documentario “Per sempre“, dedicato alla vita delle monache di clausura, non aveva convinto al 100%, ma con questo film ha fatto un altro centro, datemi retta. E già perché ontologicamente lo stesso si avvicina assai di più ad “Un’ora sola ti vorrei” nel recupero, ad esempio, di filmati amatoriali.

Io poi sono segretamente innamorato di lei … ma lei non lo sa. Purtroppo. E sono molto curioso di vederlo in sala.

Quattro stars belle piene ed italiane con la I maiuscola.

Grande, grosso e … Verdone

Titolo originale: Grande, grosso e … Verdone
Nazione: Italia
Genere: Comico, Commedia, Episodi
Durata: 131 min. (colore)
data di uscita: 07 Marzo 2008
Regia: Carlo Verdone
Sito ufficiale: http://www.grandegrossoeverdone.it/
Sceneggiatura: Piero De Bernardi; Pasquale Plastino; Carlo Verdone;
Distribuzione: Filmauro
Cast: Carlo Verdone; Claudia Gerini; Roberto Farnesi; Martina Pinto; Clizia Fornasier; Vittorio Emanuele Propizio; Andrea Miglio Risi; Eva Riccobono;

Trama: Nel primo episodio la famiglia Nuvolone, composta da Leo, Tecla e i due figli, si reca ad un importante raduno nazionale di boy scout. L’atmosfera serena della giornata viene bruscamente interrotta dalla morte improvvisa della madre di Leo. Dopo aver chiamato il medico, che constata l’avvenuto decesso, Leo e Tecla devono occuparsi del funerale, ma un impresario di pompe funebri fa precipitare la famiglia Nuvolone in una sorta di incubo surreale… Nel secondo episodio Callisto Cagnato, professo …

Verdone accontenta i fan (deludendo, come quasi sempre ultimamente, i cinefili) e riporta in scena tre delle sue caratterizzazioni più riuscite: il coatto Moreno che insieme alla sua “a bella” (Claudia Gerini) rovineranno la calma piatta di un hotel a cinque stelle; il moralista Callisto, un prof. che mette bocca su tutto, ipocrita e sessuomane; l’ingenuo Leo, eterno boy scout alle prese con la morte della madre. Un atteso (?) ritorno al passato per l’attore-regista romano. Lo sguardo però è fermo sul presente.

Nausea fino alla nausea del riciclo italico dei personaggi verdoniani che ormai hanno fatto l’acido. Il cinema italiano che non osa è tutto lì. Sicuro del suo successo al box office (unica cosa che conti oramai in questo paese per certi cineasti), Verdone è lì che vi aspetta.

Che si accomodino pure e che si divertano i signori italiani medi in cerca di evasione leggera, le oltre 800 sale che proietteranno la pellicola sono tutte pronte lì per loro, che li attendono bramose dei loro sette euri e cinquanta di evasione che sa già deja vu, e che loro, ne sono certo, non deluderanno.

Ed ho già scritto troppo su questo film.

2 stars italiane italiane, sigh.

Sonetàula

Titolo originale: Sonetàula
Nazione: Italia
Genere: Drammatico
Durata: 157 min. (colore)
Tegia: Salvatore Mereu
Sceneggiatura: Salvatore Mereu
Distribuzione: Lucky Red
Cast: Francesco Falchetto; Manuela Martelli; Antonio Crisponi; Serafino Spiggia; Giuseppe Cuccu; Lazar Ristovski; Giselda Volodi;

Trama: L’azione si svolge in Sardegna tra il 1937 e il 1950. Sonetàula (Francesco Falchetto) ha dodici anni all’inizio della storia, venticinque al suo tragico epilogo. Servo-pastore nell’adolescenza, il padre al confino, cresce figlio di bosco, con le splendide figure del nonno (Serafino Spiggia) e di zio Giobatta (Giuseppe “Peppeddu” Cuccu) come guida. A diciotto anni Sonetàula reagisce a un affronto sgarrettando il gregge del provocatore. Non risponde alla chiamata dei carabinieri, sceglie la latitanza e diventa bandito: assalti stradali, ammazzamenti, vita randagia da fiera inseguita, paura, solitudine… e la vendetta sull’uomo che aveva incolpato il padre di un delitto non commesso. Il destino di Sonetàula si intreccia con quello di Maddalena (Manuela Martelli), cresciuta in casa, sempre amata, e di un altro ragazzo, Giuseppino (Antonio Crisponi), che ha fatto una scelta diversa allontanandosi dal richiamo della tradizione. Al contrario di Sonetàula, Giuseppino si stacca dalla sorte comune e “si salva” accettando l’inevitabilità dello sviluppo in Sardegna dove, sopra suoni di greggi e raffiche di mitra, passano gli elicotteri dell’antimalaria e sui casolari e i paesi del dopoguerra si accende il miracolo dell’energia elettrica.

Da pastore a brigante. Il film di Salvatore Mereu ci racconta la storia di “Sonetaula”, dodicenne che vive col nonno e lo zio (pastori) nel brullo entroterra nuorese. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, quando il ragazzo ha oramai raggiunto la maggiore età, due eventi cambiano per sempre la sua vita: si vendica di uno sgarro e non risponde alla chiamata alle armi. Datosi alla macchia, si unisce a una banda criminale … Con Serafino Spiggia e Manuela Martelli. Presentato al 58° Festival di Berlino, nella sezione “Panorama Special“.

La domanda è ma chi è Salvatore Mereu … è presto detto un giovane regista e sceneggiatore (e si in Italia la classe 1965 è giovane), che ha girato prevalentemente cortometraggi. Qui è al suo secondo lungometraggio. Com’era “Ballo a tre passi“? Eh saperlo saperlo. Non è vero, era un film assolutamente incantevole, credetemi. Questo “giovane regista” va seguito con attenzione.

Quattro stars tra incoraggiamento e merito, si.

Salvatore Mereu

REGISTA:
(2008) Sonetàula
(2003) Ballo a tre passi
(1999) Miguel (corto)
(1997) Prima della fucilazione (corto)
(1996) Notte rumena (corto)

SCENEGGIATORE:
(2008) Sonetàula
(2003) Ballo a tre passi
(1999) Miguel (corto)
(1997) Prima della fucilazione (corto)
(1996) Notte rumena (corto)

Biutiful cauntri

Titolo originale: Biutiful cauntri
nazione: Italia
Genere: Documentario
Durata: 73 min. (colore)
Regia: Esmeralda Calabria
Sceneggiatura: Esmeralda Calabria
Distribuzione: Lumière & Co

Trama: Campania. La violenza sotterranea ed invisibile delle ecomafie raccontata come in un reportage di guerra. Voci ed immagini da una terra violata, consumata dall’alleanza fra un nord “operoso” e senza scrupoli e le nuove forme della criminalità organizzata.

Il triangolo della morte è una zona compresa tra Acerra, Giugliano e Villaricca, comuni a 25 km da Napoli. E’ lì che negli ultimi anni si sono registrate percentuali elevate di diossina, con moria di pecore e aumento dei tumori negli uomini. Ed è lì che si trovano alcune delle più grandi discariche abusive del Paese … Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero firmano un documentario impietoso che indaga sui retroscena dell’ecomafia italiana, e svelano la distruzione silenziosa di un territorio e dei suoi abitanti.

Io voglio dire una cosa. Quando ero giovane, eh si sono stato giovane anche io, suonavo in un piccolo complesso musicale. Il chitarrista, Peppe, era di Villaricca. Ora fa il dentista. Villaricca non è Parigi, ma non ci sono solo camorristi. Peppe è una splendida persona con una splendida moglie, per dire. Però anche lui mi diceva che percorrere certe strade, dopo una certa ora, era pericoloso.

Il tema della camorra è pernicioso e molto complesso. Si rischia spesso, anzi quasi sempre, di cadere nel luogo comune affrontandolo.

Penso alla vita ed alla morte di Giancarlo Siani il giovane giornalista de “Il Mattino“, e provo sempre una discreta ammirazione per i registi e gli sceneggiatori che cercano di documentare certe dinamiche. Senza arrivare a citare maestri come Francesco Rosi, o pellicole più recenti come “In un altro paese” di Marco Turco (che era in verità sulla mafia).

Di questo film conosco il rigore di lasciare intatto il dialetto napoletano. Sottotitolato. Una scelta formale non certo banale, né facile, che sottolinea e suggella però il contenuto di vera e propria documentazione della pellicola.

Un po’ di luce nel fitto buio dei rifiuti in Campania, finalmente, altro che “Porte a Porte” o speciali del Tg1 insomma.

Sono cose importanti.

Il cinema può fare poco, è vero, ma quel poco è stato da sempre determinante e frutto del coraggio idealista che solo i cineasti spesso hanno … ed in Italia i cineasti coraggiosi, oggi, sono un po’ come delle mosche bianche.

E penso infine che anche il web 2.0, le verità su questo scabroso e strumentalizzato tema, uploadate dagli utenti su You Tube, abbiano, in parte inciso sulle opzioni formali del documentario di Esmeralda Calabria. Ah Elio Petri, ah Pier Paolo Pasolini dove siete? Sareste orgogliosi di questo film.

Segnalo che Esmeralda Calabria poi è la montatrice dei film di Nanni MorettiIl Caimano“, e “La stanza del figlio” e altre molte pellicole diciamo impegnate come “Romanzo Criminale” di Michele Placido, ma anche di “Lascia perdere Jhonny” di Fabrizio Bentivoglio, per dire.

E poi questo documento fuga tanti luoghi comuni sulla mia gente. Ed io ne sono contento. Quasi orgoglioso. Napoli è un cosmo e questi tre comuni sono solo tre stelle della galassia.

Ed allora? Beh allora quattro stars campane assai come minimo. E poi io adoro il documentario sotto molti profili. Un film che consiglio vivamente.

Family game

Titolo originale: Family game
Nazione: Italia
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 94′
Regia: Alfredo Arciero
Distribuzione: Revolver
Cast: Sandra Ceccarelli, Stefano Dionisi, Fabio Troiano, Elena Bouryka, Mattia Cicinelli, Eros Pagni, Ugo Pagliai, Manuela Spartà
Produzione: Videodrone Visual Productions, RAI Cinema, Iron Production Srl, I.D.F. Italian Dream Factory Srl

Trama: Vittorio, un ragazzo sulla quarantina sta ottenendo tutto ciò che desidera dalla propria vita, un lavoro che lo gratifica, é un assistente chirurgo presso una clinica privata, una splendida famiglia, una casa che adora. Purtroppo dietro l’angolo e dietro la facciata della sua vita perfetta, qualcosa inizia a non andare per il verso giusto. Martina, la figlia quindicenne, ha seri problemi a scuola con dei ragazzi che la prendono in giro per via di una forte amicizia con una sua compagna di classe. Matteo, 11 anni, passa ore di fronte al computer, trovando in un videogioco che simula la famiglia virtuale, un succedaneo alla propria. Quando a causa di una vacanza degli anziani genitori, Andrea, il fratello minore di Vittorio, appena uscito da un centro di recupero per ex tossicodipendenti, si trasferisce a casa sua, la situazione si complica ulteriormente. Anche se la carriera di Vittorio va a gonfie vele, il rapporto con il fratello non decolla, non riescono ad entrare in contatto, per via di caratteri che sono uno l’opposto dell’altro. Nessuno dei due é disposto a rinunciare ai pregiudizi sull’altro.

A me dispiace per Sandra Ceccarelli che ho conosciuto personalmente una sera a Roma dopo uno spettacolo teatrale diretto da Marcella Libonati in un ristorante della Garbatella dove andava, talvolta, a mangiare Marcello Mastroianni. Giuro.

E’ brava, viene dai centri sociali. E’ una persona molto alla mano. Ma questo plot non mi convince. Qualcuno, ne sono quasi certo, avrebbe potuto definirlo il film italiano da deridere della settimana. E probabilmente avrebbe avuto ragione.

Alfredo Arciero è al suo secondo lungometraggio dopo “Dio c’è“.

E come ci sia finito Ugo Pagliai in questo film rimarrà uno dei misteri più fitti degli intricati percorsi del cinema italiano.

Due stars virgola cinque. E sono buono.

Lezioni di felicità

Titolo originale: Odette Toulemonde
Nazione: Francia
Genere: Commedia
Durata: 100 min. (colore)
Regia: Eric-Emmanuel Schmitt
Sceneggiatura: Eric-Emmanuel Schmitt
Sito Ufficiale: http://www.odettetoulemonde-lefilm.com/
Cast: Catherine Frot; Albert Dupontel; Jacques Weber; Fabrice Murgia; Nina Drecq; Camille Japy; Alain Doutey; Julien Frison;

Trama: Odette è un’adorabile e positiva quarantenne, vedova con due figli, e, quando non è impegnata a stare appresso a loro o con il suo impiego in un grande magazzino, ama perdersi nella lettura dei romanzi del suo scrittore preferito.

Odette Toulemonde è una parigina tuttofare. Commessa di giorno, “costumista” di notte, madre tormentata (dai figli) sempre. Poco male. La donna è inguaribilmente ottimista. Il segreto della felicità è racchiuso in un nome, quello di Balthazar Balsan, un romanziere di successo segnato al contrario da un irredimibile mal di vivere. Dirige Eric-Emmanuel Schmitt. Con Catherine Frot e Albert Dupontel. Gran successo in Patria.

I film francesi sulla felicità hanno sempre qualcosa di piacevole e qualcos’altro di stucchevole.

I film francesi sulla felicità hanno la presunzione di sapere cosa è la felicità, ed in quaeto caso d’insegnarcela pure (anche con un libro tratto dal film … che voglio dire son cose).

I film francesi sulla felicità sanno un po’ di favolosi mondi in cui favolose persone, donne in genere, cercano e trovano la felicità. Che poi la cercano tutti la felicità al cinema eh.

I film francesi sulla felicità questa volta sono forse un po’ troppo Dysneiniani.

I film francesi sulla felicità …

Facciamo così, i film francesi sulla felicità … andataveli a vedere voi e poi venite qui e raccontateli, magari eh.

2 stars virgola cinque felici e francesi.

Cenerentola e gli 007 nani

Titolo originale: Happily N’Ever After
Nazione: USA / Germania
Genere: Animazione, Bambini, Commedia
Durata: 85 min. (colore)
Regia: Paul J. Bolger
Sceneggiatura: Robert Moreland
Sito ufficiale: www.happilyneverafterthefilm.com
Sito ufficiale: www.cenerentolaegli007nani.it
Distribuzione: D.N.C.

Trama: Il magico mondo delle favole è in subbuglio, l’equilibrio tra bene e male si è spezzato e la perfida Matrigna guida un’alleanza di malvagi decisi a prendere il potere. Spetterà alla figliastra Ella, divisa tra l’amore per un principe e quello per Rick, un umile servo di palazzo, guidare la resistenza e riportare l’ordine nel suo mondo …

Regno delle Favole, qualsiasi anno. Cenerentola, Raperonzolo e la Bella Addormentata stanno per coronare il loro sogno d’amore, sotto l’occhio vigile del Mago, custode del Bene. Ma la perfida Frieda si mette alla testa di un gruppo di malvagi rivoltosi decisi a prendere il potere. Toccherà a Cenerenotola, supportata da una squadra di 007 nani fermarne le mira e salvare il suo matrimonio.

Film d’animazione per metà tedesco e metà americano, diretto dalla coppia Paul Bolger e Yvette Kaplan.

No dico ma questi due si sono fumati l’impossibile?

Ed i titolisti italiani dove li mettiamo? No, non ditemelo … era un’affermazione.

Vorrei parlare a lungo con chi andrà a vedere questo film e chiedere loro “Ma come è cominciato?” (Ricordate Moretti in Caro Diario?)

Domanda che reitererei anche agli sceneggiatori ed ai produttori.

Ma dico io USA e Germania si mettono insieme per produrre cosa?

Il primo film che si aggiudica, su questo blog una sola star e sono buono.

E poi occhio è del 2006, ed è un autentico flop … ma dico non c’era un film italiano, appena un po’ meno peggiore di questo, da mettere in programmazione? E dai.

A cura di cinemavistodame.

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[…] misteri di questo film e le mie forti perplessità ne avevo ià parlato qui nel post dei film in uscita il 7 marzo 2008. Non posso che confermare pertnato le due stras virgola […]

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