cinemavistodame.com di Roberto Bernabò

[piccola questione sul rapporto tra cinema e realtà]

Primo piano di Pier Paolo Pasolini

Mi era costato a una quasi litigio con un mio caro amico a metà agosto.

Ma ieri sera vedendo ed ascoltando Pier Paolo Pasolini parlare del linguaggio cinematografico mi si sono ulteriormente chiarite le idee.

Il tema era il seguente.

Secondo quanto riportato in “Solitudine di un satiro” di Ennio Flaiano, il cinema non sarebbe una forma d’arte, in quanto, mentre nelle altre arti la materia prima non è la realtà, ma altri segni quali le parole, i colori, la tela bianca, il foglio bianco, il marmo etc., nel cinema, viceversa, la materia prima del regista rimarebbe comunque troppo vicina alla realtà, o sarebbe forse, addirittura, la realtà stessa, e questo escluderebbe, secondo Flaiano, la possibilità di raggiungere la forma artistica nella piena accezione del termine.

Incredibilmente, nell’intervista di andata in onda ieri sera sulla RAI, nella belissima trasmissione “La strada di Pasolini“, uno dei tanti giornalisti chiedeva al famosissimo regista quale fosse il suo rapporto con la realtà, nel cinema.

Bene la risposta è stata illuminante.

“Quando ho iniziato a fare cinema l’ho fatto come atto di ribellione alla lingua italiana. Forse addirittura come atto di ribellione alla società italiana.

Poi ho compreso che quello cinematografico è un linguaggio che ha dei suoi segni.

I segni del linguaggio cinematografico sono, grosso modo, gli stessi in tutto il mondo, il cinema è come se fosse un linguaggio transnazionale.

Ho capito, inoltre, ìche uno di questi segni è la realtà, assai più che in altre forme artistiche.

Cioè ho capito che m’interessa molto esprimermi in questa forma artistica, perché se io volessi, ad esempio, rappresentare lei, lo dovrei fare o utilizzando lei, o qualcuno che svolga la funzione di lei.

In questo modo è come se non mi distaccassi mai, completamente, dalla realtà

Pier Paolo pasolini alla macchina da presa.

E’ come se parlassi della realtà, rappresentando la realtà, senza mai completamente uscire dalla realtà, ma, al contrario, rimanendo sempre al livello della realtà.

E questo è un po’ quello che intendo fare, anche, nella mia esperieza di scrittore, e nella mia vita privata”.

§§§

Ecco, secondo me, pur senza sconfessare Flaiano, anzi addirittura ulteriormente confermando il suo punto di vista, è come se le parole di Pier Paolo Pasolini lo integrassero, con la visione di un cineasta indiscutibile, fornendo, peraltro, un complemento fondamentale, ineludibile, e arrivo a dire necessario, al rapporto tra cinema e realtà.

Un tema vastissimo, che pone più interrogativi che risposte, e che ovviamente non è certo possibile delimitare con questo post.

Secondo voi?

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Nonostantetutto
18 anni fa

secondo me non è facilissimo un accidenti …;-))

utente anonimo
18 anni fa

Lo so, non è sempre facile. In verità è semplicissimo, ma siamo sempre indaffarati! Accidenti. :-D

Paco

Nonostantetutto
18 anni fa

già quando riesci a farlo, però ;-))

Rob.

utente anonimo
18 anni fa

Quando svuoti la mente ridi per forza perchè tutto ti sembra così leggero intorno a te. :-D

Nonostantetutto
18 anni fa

io le accetto le tue scuse anche se non ho capito molto bene;-)

Comunque scuse accettate ammesso che ce ne fosse bisogno;-)

Rob.

dieBouleversant
18 anni fa

pardon. fu errore mio. mio figlio mise caratteri molto piccoli.

Spero tu voglia accettare le mie scuse.

Nonostantetutto
18 anni fa

Io non critico mai i caratteri degli altri …;-)

Ma di quaali caratteri parli? Di quelli del mio blog? O di quelli del tuo?

dieBouleversant
18 anni fa

tempo fa qualcuno (…) criticò i caratteri troppo piccoli (corpo 10) sul mio blog…

Ne sai qualcosa?

Se il caffè è come io caratteri attuali qui… direi che è molto ristretto

Nonostantetutto
18 anni fa

E facci ridere pure a noi, allora.

Un saluto.

Rob.

pacociak
18 anni fa

anche qui non si dorme! sto cercando di recuperare e il caffè non lo bevo, uso tecniche speciali! libero la mente e rido. :-D

Nonostantetutto
18 anni fa

grazie

dieBouleversant
18 anni fa

il caffè

Nonostantetutto
18 anni fa

è arrivato ora

dieBouleversant
18 anni fa

leggi rileggi che ti rileggi?

Nonostantetutto
18 anni fa

ops vado a leggere tosto

dieBouleversant
18 anni fa

nonostante tutto hai un messaggio in messaggeria…

Nonostantetutto
18 anni fa

eh già.

Rob.

dieBouleversant
18 anni fa

notti brevi. vero…

Nonostantetutto
18 anni fa

ah ho capito.

Due notazioni:

Ma a che ora vai a dormire ed a che ora ti svegli ?

dieBouleversant
18 anni fa

il caffè

[…] :)

Nonostantetutto
18 anni fa

cosa ?

dieBouleversant
18 anni fa

non male…

Nonostantetutto
18 anni fa

da noi costa solo 30 ;-P

FulviaLeopardi
18 anni fa

caffé di macchinetta! 50 centesimi, e ripeto: fa pure schifo :P

Nonostantetutto
18 anni fa

forse il caffè faceva schifo?

ho capito bene?

eh eh eh eh

Rob.

FulviaLeopardi
18 anni fa

faceva schifo: il caffé

FulviaLeopardi
18 anni fa

il caffé faceva schifo :P

Nonostantetutto
18 anni fa

e noi siamo felici di saperti in ascolto, prendi una sedia, bevi qualcosa e sogna, immagina tutto quello che non abbiamo ancora scritto e che non scriveremo, tutto quello che non hai ancora immaginato, ma che l’atmosfera della notte, e della musica, e …

Rob.

dieBouleversant
18 anni fa

mentre discutete, io mi siedo qui e ascolto…

Nonostantetutto
18 anni fa

Motivo in più per tenerla ;-)

didolasplendida
18 anni fa

un’ora sola ti vorrei

mi ritrovo a venire qui anche per sentire questa magnifica canzone

:-)

Nonostantetutto
18 anni fa

mai quanto vederlo, o magari perché no farlo, però è vero è sempre un piacere;-))

Un saluto.

Rob.

cf25302015
18 anni fa

e cmq è sempre un piacere “parlare” di cinema.

:)

verderame

Nonostantetutto
18 anni fa

Beh non lo so neanche io, io ce l’ho messo …

cf25302015
18 anni fa

non credo che il fine del’arte sia di interpretare la realtà.

l’arte, a mio parere, serve ad andare oltre la realtà anche se di questa, è inevitabilmente parte.

Bisogna metterci d’accordo, forse, su cos’è la realtà.

Se è quella immediatamente vissuta e percepita , allora direi che il cinema la supera di molto e, paradossalmente, è privo, invece, di alcune sue componenti importanti, quali quelle che derivano da una percezione data dal tatto, odorato…

Se per realtà si intende, invece, tutto quanto riguarda l’essere umano, i suoi sogni, la sua percezione del mondo unica e irripetibile… beh, allora, il cinema ci va molto vicino pur nei limiti che il mezzo possiede.

il discorso è molto lungo e complesso. però.

non so se un blog permette questo approccio.

ciao.

Nonostantetutto
18 anni fa

In moltissimi casi non è arte.

Secondo me ormai dovrebbe essere chiaro non è mai realtà.

Il problema era capire se la contaminazione della realtà potesse impedire l’arte.

Entro stasera tirerò le fila di questo post e dei vostri commenti.

Grazie Fulvia per la pazienza, era buono il caffè?;-))

Rob.

FulviaLeopardi
18 anni fa

ok ho aperto la tua pagina, mi sono fatta un caffé, ho speakerato un servizio scritto un paio di notizie & si è aperto il tuo blog.

Secondo me il cinema è arte, e prende spunto dalla realtà..ma dubito fortemente che sia realtà.

In molti casi dubito persino che sia arte…

Nonostantetutto
18 anni fa

e allora vieni a Roma …

Rob.

mascia
18 anni fa

il problema di vivere in provincia è che il cinema d’essay (le mattonate nei denti che tanto piacciono a me) non ne trovi molti..

>_<

FulviaLeopardi
18 anni fa

nessun problema ;) adsl iper veloce e tutti i siti si aprono bene :P

Nonostantetutto
18 anni fa

a me si apre benissimo come del resto agli altri forse hai un problema co il computer…

Rob.

FulviaLeopardi
18 anni fa

non posso leggere perché è strapesante e si è caricato male…magari se togli la musica & qualche altro vario ed eventuale “inutile” ;) a confronto i mio è un lampo ad aprirsi

Nonostantetutto
18 anni fa

Non è male questo punto di vista.

Infondo la realtà non esiste.

Come diciamo a Napoli:

“ogni capa è nu munno”.

didolasplendida
18 anni fa

Il cinema rappresenta la realtà dell’occhio che guida la cinepresa, quella è la sua realtà e di nessun altro, se è l’occhio di un artista quella realtà rappresentata dal cinema diventa arte.

Il cinema rappresenta quella che è l’ossessione del regista, la sacralità e la grazia per Pasolini, il sogno per Fellini, l’incomunicabilità per Antonioni, la poesia per Anghelopulos, etc, etc, etc.

Nonostantetutto
18 anni fa

E che dire di alcuni siti web non c’è forse anche la web art. C’è chi parla di power point art. Esistono mostre di foto fatte con i cellulari della Sony Ericsson. L’era del digitale, sono d’accordo, apre nuove frontiere artistiche. E’ la disposizione artistica che fa l’arte non il mezzo in cui la stessa si crea. E basta ;-)

Grazie Avag.

Nonostantetutto
18 anni fa

@Paco: in effetti è così, io sostengo sia così.

Nel blog di kekkoz c’era scritto qualche tempo fa una considerazione che trovavo correttissima e che diceva:

“il cinema è tutto ciò che ha a che fare con ciò che è dentro e ciò che è fuori dall’inquadratura”.

Già banalmente in questa apparentmente semplice considerazione s’intuisce quanto il filtro che la m.d.p. opera sulla realtà sià infinito.

Se io riprendessi, in uno scontro tra polizia e manifestanti, un dettaglio di un manifestante che alza in aria un esintore e continuassi il linguaggio delle riprese, su dettagli analoghi trascurando, o peggio omettendo, di inquadrare le cariche della polizia con i manganelli, o facessi esattamente il cotrario … potrei creare una percezione esattamente contraria o parziale o mistificante della realtà … e sto limitando l’ambito a riprese della realtà.

Che dire in aggiunta a questo sul fatto che nel cinema esiste come è stato fatto notare un lavoro spesso a tavolino di sceneggiatura e di vera e propria, è il caso di usare questo termine, immaginazione della storia?

Resta un dato di fatto a favore di Flaiano. Quando la macchina da presa riprende riprende qualosa che ha molto del reale … ma credo che abbiamo comunque dimostrato che reale non è.

Rob.

Avag
18 anni fa

concordo con pacociak e infatti il fine dell’arte e’ quello i interpretare la realta’, il fatto che forme artistiche come la pittura ne stiano danto una visione sempre piu’ astratta, dipende anche dallla nascita di nuoe forem artistiche come la fotografie e il cinema, che direbbe oggi Flaiano delle interpretazioni iperrealistiche che si possono creare con la grafica digitale?

credo che il confine dela dimensione artistica oggi si sia spostato sul computer e sul digitale..

pacociak
18 anni fa

Partiamo prima di tutto dalla definizione di ARTE.

ARTE: 3a attività umana tesa a creare, per mezzo di forme, colori, parole, suoni, ecc., prodotti culturali a cui si riconosce un valore estetico: l’a. della pittura, della poesia, della musica | ass., scuola d’a. (De Mauro)

Secondo questa definizione il CINEMA è ARTE. Flaiano è più sottile. Il CINEMA è più vicino alla realtà delle altre arti.

Cosa significa realtà?

REALTA’: 1 ciò che esiste, inteso nella sua totalità: osservazione della r.; r. esterna: il mondo che ci circonda; r. interiore: l’interiorità di un individuo | ciò che esiste o accade effettivamente; insieme di ciò che è reale, concreto, materiale: la r. quotidiana, un romanzo che rispecchia la r.; essere fuori dalla r.: vivere in un proprio mondo, lontano dalla vita concreta (De Mauro)

Secondo questa definizione possiamo sbugiardare Flaiano perchè il Cinema non è realtà. L’inquadratura esclude sempre qualcosa della realtà.

Il CINEMA dunque è ARTE. Sarà più vicino alla realtà come dice Flaiano, ma non è un buon motivo per escluderlo dalle arti.

Ciao Rob

Nonostantetutto
18 anni fa

Arrabbiato mamma mia … ho letto tutto d’un fiato. Bellissimo commento. Si il cinema per Pasolini era qualcosa di sacrale.

Nell’intervista andata in onda lo ha ripetuto spesso.

Sacralità e grazia che cercava anche nelle persone che amava frequentare (e che si trasferiscono tout court in alcuni dei suoi esistenti nei suoi film), che non avevano superato la quarta elementare.

Lui sosteneva che in queste persone vi era una grazia che una cultura media perde perché la cultura media è sempre corruttrice.

La grazia era propria, secondo Pasolini, o delle persone poco istruite e che la stessa la si poteva rincontrare solo nelle persone per le quali vi era stata una ricerca culturale molto profonda. (Non quindi quella che mediamente apparteneva, in quegli anni, alla borghesia e non solo italiana). Non hai forse risposto completamente al quesito da me posto, ma hai sicuramente aggiunto un grosso contributo all’analisi, sempre molto sintetica e parziale dato il mezzo, di quella che fu l’opera di una grande cineasta come Pasolini. Grazie davvero.

Rob.

Arrabbiato
18 anni fa

Questo è quello che scrivevo il 12 marzo 2005 in un mio post:

Cosa era il cinema per Pasolini? la risposta, lo ammetto non è facile ma tenterò senza avere la presuzione di ritenerla esaustiva e chiarificatrice.Così Pasolini:”Credo che un discorso sul cinema come lingua espressiva non possa ormai cominciare senza tenere presente almeno la termenologia della semiotica…..mentre i linguaggi letterari fondano le loro invenzioni poetiche su una base istituzonale di lingua strumentale….i linguaggi cinematografici sembarno non fondarsi su nulla : non hanno, come base reale, nessuna lingua comunicativa……” Tutta la nostra vita dice Pasolini è fatto di segni immagini che restano impressi nella nostra memoria.Così Pasolini:”Lo strumento linguistico su cui si basa il cinema è dunque di tipo irrazionalistico:e questo spiega la profonda qualità onirica del cinema….”.Pasolini poi dice giustamente che lo scrittore adopera un dizionario nel quale sono inserite le parole e poi le utilizza per il suo scopo particolere.L’ autore cinematrografico non possiede uno strumento del genere nel senso di strumento istituzionale.Gli im-segni che usa sono tutti suoi e derivano dal nostro vissuto dai nostri ricordi.In buona sostanza il cinema è un linguaggio che meglio della scrittura si presta alla comprensione e diffusine universale.”Tutti noi con i nostri occhi, abbiamo visto la famosa vaporiera con i suoi stantuffi.Essa appartiene alla memoria visiva e ai nostri sogni:se la vediamo nella realtà ci dice qualcosa……”. Il cinema come strumento universale e in teoria accessibile a tutti. Lo stesso Pasolini poi:”I discorsi sul cinema, fino ad oggi, sono stati quasi sempre o di tipo stilistico-parenetico, o saggistico-mitico, o tecnico.Tutti avevano comunque la caratteristica di spiegare il cinema col cinema, creando un’ oscura ontologia di fondo…..”. Il cinema di Pasolini sfugge se vogliomo ad una spigazione che tenga conto solo della tecnica cinematogarfica e la storia del cinema.Pasolini nell ’66 diceva che ogni volta che aveva qualcosa di nuovo da dire cambiava tecnia e riteneva questo passaggio a nuove tecniche una caratteristica dell’ossessione.In seguito modificherà questa sua spiegazione pisicologica e intimistica.La molla che portò Pasolini alla scelta del cinema è una forma di protesta contro la lingua italiana e la società che con questa lingua si esprime.Con la rinunicia all’italiano scritto testimoniò la sua volontà di rinunciare alla nazionalità italiana. Disse che avrebbe preferito vivere come Sinjavski e Daniel pittosto che vivere come viveva lui nella socità italiana.Il cinema quindi come forma di protesta ma che gli cosentisse comunque di esprimere il suo mondo interiore. La scelta Pasoliniana delle inquadrature, in Accattone soprattutto, quasi tutti piani lunghi, rifeletteva la sua peculiare visione del cinema e del mondo.Mi spiego.Pasolini riteneva che tutte le cose, persone e oggetti avessero un che di sacro e il sacro è per sua natura molto semplice.La scelta, di girare i film in modo semplice era dovuto quindi alla sua visione sacrale della vita.A chi gli chiedeva di parlare di Teorema rispondeva che era “terribile parlare di questo film”. Dire qualcosa di nuovo sul cinema di Pasolini è difficile. Forse però posso citare una intervista che Pasolini rilasciò ad un giornalista francese. In questa intervista disse: che le conseguenze della scomparsa dell’ospite comporta nella famiglia tipica borghese una presa di coscienza di tipo moralistico.La madre si da senza più inibizioni, il padre diviene un moderno San Francesco che vaga nel deserto di biblica memoria, il figlio diviene un pittore alla Becon e la figlia impazzisce.Il Dio (Pasolini aveva seri dubbi sulla natura divina dell’ospite e non escludeva che lo stesso possa essere un “Dio della fecondità, il Dio biblico, Dio Padre…” dopo aver abbandonato questa posizione dice:”potrebbe essere il Diavolo, o una mescolanza di Dio e Diavolo…”), che invece incontra una donna del popolo da origine a manifestazioni miracolose e strordinarie.Rispondo alla tua domanda:credo che film come questi non siano alla portata di tutti ma che al contrario il cinema è fonte d’impegno per Pasolini, d’impegno civile e protesta come ho scritto.Fece film meno “impegnati” e li per comunicare con più persone possibili.In tutta la sua produzione c’è la necessità dello scrivere alto che si mescola con quello più semplice, ma non per questo meno efficace, vedi la poesia Ballata delle madri in Poesia in forma di rosa.

Un saluto e complimenti per il blog.

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